Ha provocato danni anche alle
testimonianze archeologiche del sito "Campo della Fiera" di
Orvieto, ricoprendole di fanghiglia, il violento temporale che
si è abbattutto su Orvieto lo scorso 8 agosto. E' stata data
notizia alla Soprintendenza, che eseguirà un sopralluogo.
Le ricerche archeologiche condotte, su concessione ministeriale,
dall'omonima Associazione Onlus, sotto la direzione scientifica
della professoressa Simonetta Stopponi, hanno intanto in serbo
nuove sorprese.
Si sta indagando la grande struttura segnalata dalle prospezioni
geomagnetiche condotte nel 2020 e individuata nel 2021. La
costruzione prospetta la Via Sacra del luogo di culto
affiancandosi al tempio C e all'edificio E, composto da tre
stanze. Il nuovo fabbricato, denominato edificio F è identico a
quest'ultimo. Un'ipotesi di lavoro - fanno sapere gli archeologi
- è che si tratti di edifici destinati a contenere i doni
preziosi che le città etrusche facevano al santuario federale.
Ora verrà condotta un'indagine in profondità per verificare
l'eventuale presenza di un terzo edificio al di sotto del
collettore di servizio alle terme romane, raggiungendo in tal
modo il numero complessivo di 9 stanze: diventerebbe allora
molto probabile che ci sia una quarta struttura e che in totale
siano 12 gli ambienti, in perfetta rispondenza al numero delle
città che formavano la lega etrusca.
Ulteriori novità - spiega il Comune - sono costituite dal
rinvenimento di altri mosaici pavimentali della prestigiosa
residenza di età augustea e dalla scoperta di un pozzo,
pertinente al convento della chiesa di San Pietro in vetera, che
sta restituendo bellissime ceramiche cinque e seicentesche. Allo
scavo prendono parte numerosi studenti di Atenei statunitensi,
europei e italiani. I lavori sono resi possibili dal contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. I risultati
finora ottenuti documentano l'importanza storica di un luogo
che dal sesto secolo a.C. fu sede del santuario federale
etrusco, chiamato dagli Etruschi "Il luogo celeste" e dai Romani
Fanum Voltumnae.
Il temporale ha provocato danni alle coperture dei mosaici ed ha
allagato l'intero scavo rendendo impossibile la prosecuzione
delle indagini per alcuni giorni.
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