Sono stati le ragazze e i
ragazzi dell'istituto Serafico di Assisi, che promuove e svolge
attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza
socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità
fisiche, psichiche e sensoriali, a decorare la giara che ha
accolto gli impegni davanti al Papa dei partecipanti a The
economy of Francesco. Che sarà ora interrata proprio ad Assisi.
"Molto spesso - ha sottolineato la presidente del Serafico
Francesca Di Maolo - i nostri ragazzi, come le persone più
fragili, vengono denominati 'ultimi' per esprimere la
collocazione che di fatto hanno nella società, secondo
un'analisi economica e sociale. Eppure essere 'ultimo',
comunque, significherebbe partecipare, essere in gara. Se
vogliamo essere onesti, riferendoci alle persone più vulnerabili
e ai servizi e alle cure che ricevono, dovremmo usare un termine
molto più duro e, allo stesso tempo, doloroso: dovremmo dire che
sono 'scartati'".
Secondo uno studio dell'Istituto - si legge in un suo
comunicato -, oltre il 63% delle famiglie con disabili è
costretto a spostarsi continuamente dalla regione di residenza
per le cure. "Sappiamo - ha detto ancora Di Maolo - che
prendersi cura delle persone più fragili non ha a che fare solo
con degli atti tecnici: la cura si esprime prima di tutto con il
riconoscimento della persona, dei suoi affetti, dei suoi talenti
e dei suoi interessi".
"Dalla parte dei fragili - ha proseguito la presidente del
Serafico - si maturano nuove visioni capaci di dare slancio a un
rinnovamento reale della società e dell'economia. In tutto il
mondo ci si ammala anche perché si è poveri, per mancanza di
lavoro, per l'inquinamento, perché non si conoscono i corretti
stili di vita a causa di una mancata e adeguata istruzione. Ci
si ammala anche a causa della guerra, della fame,
dell'ingiustizia e della solitudine. Economia e salute sono due
ambiti strettamente connessi. E chi, se non i giovani, sono in
grado di avviare un autentico cambiamento?".
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