"Nella corsa alla decarbonizzazione ed alla neutralità climatica, l'Umbria, il cuore verde d'Italia, risulta essere in ultima posizione. La presidente della Regione Donatella Tesei, l'assessore allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, ma anche quello all'Agricoltura Roberto Morroni, hanno finalmente di fronte agli occhi una fotografia oggettiva che li inchioda alle proprie responsabilità": lo sottolineano in una nota congiunta i consiglieri regionali Fabio Paparelli, Simona Meloni, Michele Bettarelli, Pd, e Vincenzo Bianconi Gruppo misto. "Sulla base degli indicatori individuati dalle organizzazioni 'Italy for climate' e 'Fondazione per lo sviluppo sostenibile', l'Umbria, negli ultimi tre anni, risulta meno virtuosa della media nazionale, in particolare sui valori assoluti delle emissioni annuali di CO2 per abitante, sui consumi totali di energia per abitante e su quelli energetici soddisfatti da fonti rinnovabili" aggiungono.
"Fa eccezione - per i consiglieri di opposizione - solo il dato relativo alla potenza installata di fonti rinnovabili ma solo grazie agli investimenti realizzati prima del 2018. Nel corso dell'ultimo triennio la nostra regione è infatti ultima anche per la installazione di nuovi impianti fotovoltaici o di altre fonti rinnovabili. Questo dato conferma purtroppo quanto abbiamo più volte denunciato in questi mesi sull'assenza di una visione chiara e su una politica energetica del tutto insussistente anche rispetto al grande tema della transizione energetica. Riteniamo paradossale il fatto che la Giunta regionale, non più tardi di due settimane fa, abbia continuato a difendere il proprio regolamento sul fotovoltaico che limita, di fatto, investimenti e realizzazione. Assai grave aver peraltro discriminato tutti coloro (famiglie ed imprese) che vivono nei centri storici ed in aree naturali soggette a vincolo paesaggistico e o ambientale per i quali non viene offerta alcuna alternativa o compensazione. Anche alla luce di questo impietoso record negativo la Regione trovi adesso la giusta motivazione per rivedere il regolamento in questione e, contestualmente, presenti un vero piano per la transizione energetica e per la neutralità climatica, verso la tappa intermedia del 2030, con un taglio delle emissioni climalteranti del 55%, fissando impegni precisi anche in vista del 2050, anno in cui si dovrà completare la neutralità climatica di tutte le attività economiche e civili”.
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