La Corte d'appello di Perugia, su
conforme richiesta della Procura generale, non ha convalidato
l'arresto eseguito il 10 dicembre scorso dal personale della
questura del capoluogo umbro nei confronti di Davide Pecorelli,
47 anni, accusato dall'autorità giudiziaria albanese di truffa,
false dichiarazioni, profanazione di tombe, intralcio alla
giustizia, danneggiamento, incendio ed attraversamento illegale
delle frontiere.
Inoltre, sempre su richiesta della Procura generale, è stata
disposta la rimessione in libertà dell'uomo.
L'imprenditore umbro era ricercato in campo internazionale per
reati commessi in Albania. Era stato bloccato dalla squadra
mobile di Perugia, su impulso del Servizio per la cooperazione
internazionale.
Le indagini della polizia di Stato del capoluogo umbro avevano
"dimostrato" - si spiega in una nota diffusa dalla Questura -
che, nel gennaio 2021, Pecorelli, per sottarsi a debiti
finanziari contratti in Italia, aveva dato fuoco, nel villaggio
di Rras in Albania, ad un'auto da lui noleggiata. All'interno
aveva fatto rinvenire resti di ossa umane e questo per gli
investigatori al fine di simulare il proprio decesso. Era stato
invece ritrovato vivo il 17 settembre del 2021, sull'isola di
Montecristo (Italia). All'epoca aveva parlato agli inquirenti di
Perugia di un "tesoro" che voleva cercare e del quale avrebbe
avuto anche una sorta di mappa. Gli atti dell'arresto sono stati
trasmessi al procuratore generale di Perugia Sergio Sottani.
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