La morte, la resurrezione
e uno smartphone nel Presepe nel Pozzo della Cava di Orvieto,
giunto alla 33/a edizione. "Trentatré anni di presepe, tanti
quanti gli anni di Gesù in croce. Per questo - ha spiegato
Marco Sciarra, gestore del complesso monumentale - abbiamo
voluto soffermarci sul mistero della morte e della resurrezione,
ponendo l'accento sull'attualità del messaggio di Gesù, e lo
abbiamo fatto anche visivamente, ricorrendo a simboli forti come
un telefono cellulare, il filo spinato e un Gesù Bambino candido
realizzato dal maestro degli effetti speciali Andrea Giomaro".
La Natività è stata posizionata ancora all'interno del pozzo,
con la Sacra Famiglia nella grotticella sospesa ad oltre 30
metri dalla sorgente, ma a colpire i visitatori sono le tappe
finali dell'allestimento, dove si arriva a una grotta vuota
allestita per l'ultima cena con Gesù in croce che tiene in
braccio il Bambino candido. "Morte e resurrezione che danno un
senso compiuto proprio alla Natività", sottolinea Sciarra.
Ma la sorpresa più forte per chi entra ad ammirare il presepe
è la presenza, inusuale e anacronistica, dello smartphone. È
stato posizionato sulla colonna della flagellazione. "Accostare
un cellulare alla frusta mi è venuto spontaneo - ha spiegato
ancora l'autore dell'allestimento - perché sono sicuro che oggi
Pilato posterebbe la foto del Cristo flagellato con l'hashtag
#eccehomo, che diverrebbe trend topic in pochi minuti". "In
milioni commenteremmo 'crocifiggilo', protetti da uno schermo e
una tastiera", ha concluso Sciarra.
Il Presepe nel Pozzo, che si trova nel quartiere medievale di
Orvieto, resterà aperto fino al prossimo 8 gennaio.
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