Una cappa di caldo e afa da giorni
ammorba la città di Orvieto che, con i suoi 40-41 gradi, si
conferma la più torrida dell'Umbria e tra le più bollenti del
centro Italia.
E non c'è da meravigliarsi se in pieno pomeriggio due turiste
straniere si incrociano nella centralissima corso Cavour con due
ventilatori a spalla.
Ma a mal tollerare il grande caldo sono soprattutto gli
orvietani e in particolare coloro che vivono ai piedi della
grande Rupe, dove il caldo e l'umidità si percepiscono con
maggiore intensità e fastidio. Se le stazioni di rilevamento
ufficiali dicono che la temperatura massima si attesta attorno
ai 40 gradi, i termometri delle auto raggiungono anche i 43-45
gradi, soprattutto se esposti al sole. Grande caldo che
condiziona anche le visite dei turisti, che di fatto scompaiono
nelle prime ore pomeridiane, quando il sole è davvero a picco
sul duomo e sulla torre del Moro. Fino alle ore 18.00 di fatto
la città è semivuota, per poi tornare ad animarsi nelle ore
serali, quando vie e piazze rivivono con la speranza anche di
intercettare qualche spiffero di vento, in particolare in piazza
Duomo. I cui marmi restano infuocati anche al calar del sole e
sedersi sui gradoni può diventare un'impresa. E di notte le
temperature restano alte, soltanto verso le 5 di mattina il
termometro scende sotto i 25 gradi.
Grazie alle abbondanti piogge che hanno caratterizzato la
primavera e l'inizio estate, le alte temperature che da giorni
caratterizzano il luglio orvietano non stanno creando
particolari problemi di siccità, anche se il principale fiume,
il Paglia, che scorre a ridosso della Rupe inizia a dare dei
segnali di sofferenza. Rispetto a una mesata fa l'acqua è calata
di circa un metro
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