"Abbiamo evidenziato al Collegio
come l'azienda si sia attenuta scrupolosamente alle prescrizioni
della Corte costituzionale e non avendo riscontrato, tramite
verifica medica, la sussistenza di uno dei requisiti indicati,
non abbia quindi proceduto all'individuazione delle modalità
attuative del suicidio medicalmente assistito, come riscontrato
nell'ordinanza del primo giudice": lo ha sottolineato l'avvocato
Pietro Laffranco al termine dell'udienza del tribunale civile di
Perugia nella quale è stato esaminato il reclamo di Laura Santi.
"La ricorrente - ha aggiunto - non versa ancora, fortunatamente,
nelle condizioni individuate dalla Corte per accedervi".
"Per altro, la difesa della Santi - ha evidenziato ancora
l'avvocato Laffranco - non ha impugnato alcuni capi
dell'ordinanza di primo grado divenuti quindi definitivi, tra
cui proprio quello su cui hanno insistito, per cui il ricorso
appare inammissibile sul punto. Naturalmente, nulla osta a nuove
richieste di verifica medica in caso di mutamento delle
condizioni di salute, che potranno essere confortate da un nuovo
parere del Cer ormai costituito."
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