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Knox, io e Lumumba vittime violazione miei diritti

Knox, io e Lumumba vittime violazione miei diritti

'Interrogatorio ha fatto deragliare le indagini' sostiene

PERUGIA, 13 ottobre 2023, 15:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"All'epoca di questi tragici eventi, Patrick Lumumba era mio amico. Siamo entrambi vittime della violazione dei miei diritti umani durante il mio interrogatorio, durante il quale sono rimasta impotente contro la pressione coercitiva della polizia": lo dice all'ANSA Amanda Knox dopo la decisione della Cassazione che ha revocato la condanna per calunnia a suo carico. "L'esito di quell'interrogatorio ha fatto deragliare le indagini sull'omicidio di Meredith Kercher e ha condotto all'ingiusta detenzione di tre persone innocenti" ha aggiunto.
    "Patrick Lumumba - ha proseguito Knox - ha subito dieci giorni di ingiusta reclusione, e io e Raffaele quasi quattro anni. Un giorno in prigione da innocente è un giorno di troppo".
    "Come tutti sanno, il 27 marzo 2015, la Corte di Cassazione ha assolto in via definitiva me e Raffaele Sollecito dall'accusa di omicidio di Meredith Kercher, per non aver commesso il fatto" ha ricordato Amanda Knox, ancora con l'ANSA. "È stata una decisione senza precedenti da parte della Corte - ha aggiunto -, che ci ha scagionati sulla base di elementi fattuali di innocenza, riconoscendo errori sorprendenti e colpevoli omissioni da parte degli inquirenti. E' stata una evidente rivalsa. Ma questa sentenza definitiva ha confermato anche la mia condanna per calunnia. La Corte di Cassazione mi ha condannato per calunnia a una pena già scontata in carcere, il che significa che secondo lo Stato italiano tre dei miei quattro anni di reclusione sono stati giustamente scontati. Anche se sono stata scagionata dall'accusa di omicidio, sono rimasta ingiustamente condannata per calunnia. Meno noto è che, nel 2019, la Corte europea dei diritti dell'uomo mi ha dato ragione, stabilendo che durante il mio interrogatorio erano stati violati i miei diritti fondamentali ad essere assistita da un avvocato e da un interprete. Ora, sedici anni dopo, la Corte di Cassazione, attraverso un nuovo strumento giurisdizionale previsto da una recente riforma, ha recepito quanto statuito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Mi sta dando ora - ha concluso Knox - l'opportunità di ottenere la mia piena assoluzione anche da questa ingiusta accusa di calunnia".
   

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