"Esprimiamo un giudizio
altalenante rispetto alla manovra economica del Governo, ci sono
alcune luci e alcune ombre": a sottolinearlo è stato il
segretario generale della Cisl Umbria Angelo Manzotti, che ha
illustrato in una conferenza stampa a Perugia, le ragioni del no
allo sciopero indetto da Cgil e Uil. Al quale non hanno aderito
proprio per gli elementi positivi a loro avviso presenti nelle
decisioni del Governo.
Per la Cisl "la priorità in assoluto era tutelare le
retribuzioni e le pensioni da una inflazione galoppante". Un
passo, spiega Manzotti, che si fa "abbassando la pressione
fiscale sulle retribuzioni e sulle pensioni, e lo facciamo anche
rinnovando i contratti di lavoro". "Nella legge di bilancio - ha
aggiunto - troviamo la questione del cuneo contributivo e
soprattutto vediamo che c'è stata anche una revisione delle
aliquote Irpef, soprattutto per le fasce fino a 35mila euro dove
si applica l'aliquota minima del 22%. Quindi è un primo passo".
Riguardo i rinnovi contrattuali la Cisl evidenzia che "si
stanno rinnovando". "Quindi - prosegue il segretario generale -
c'è un giudizio altalenante. Ci sono ancora forti criticità
rispetto a tutta la partita legata al sistema previdenziale, che
è un ulteriore irrigidimento rispetto alla legge Fornero".
Su questo fronte la Cisl chiede "che si possa andare in
pensione a 62 anni e 41 di contributi, prevedendo le
flessibilità del caso e tenendo in seria considerazione quelli
che sono i lavori usuranti".
Forti criticità vengono poi evidenziate per quanto riguarda
opzione donna e ape sociale: "Lì vogliamo cambiare questa norma
e lo vogliamo fare avviando un percorso di sensibilizzazione,
sia nei confronti del Governo che delle parti politiche".
Durante l'incontro con la stampa, cui hanno partecipato
anche Simona Garofano, Gianluca Giorgi e Riccardo Marcelli, il
segretario generale Manzotti ha annunciato che il 25 novembre a
Roma ci sarà una "manifestazione nazionale per attirare
l'attenzione e rivedere l'aspetto delle pensioni, per noi
fondamentale".
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