"Sulle dichiarazioni gravissime del
sindaco di Terni, le ennesime, siamo stati costretti ad
abbandonare l'aula": così in una nota congiunta, i gruppi
consiliari di minoranza Masselli sindaco, Fratelli d'Italia,
Forza Italia, Partito democratico, Kenny Innovare per Terni,
Movimento 5 Stelle. "Per noi i luoghi della democrazia cittadina
- proseguono - hanno ancora un valore ed un significato nel
rispetto del quale andrebbe tenuto un profilo assolutamente
opposto a quello che testimonia il sindaco attuale".
"Al di là del deprecabile linguaggio che il sindaco riserva
agli interventi in aula - osservano i gruppi di minoranza -
questa frase è stata pronunciata quando si discuteva di
femminicidi e al gesto delle opposizioni di abbandonare la
seduta, fuori microfono ma udibile chiaramente dallo streaming
ci ha definito 'ipocriti di...'. Riteniamo tali affermazioni
riprovevoli, offensive e talmente retrogradi da non consentirci
la permanenza in aula".
Alle minoranza replica duramente la presidente del consiglio
comunale, e consigliera di Alternativa popolare, Sara
Francescangeli. "Registro con profonda amarezza - afferma -
l'assoluta mancanza di rispetto verso le istituzioni e i
cittadini da parte delle minoranze che hanno inteso lasciare
l'aula. L'importanza dell'argomento è stata particolarmente
sentita dalla maggioranza che ha rinunciato ad un proprio atto,
già pronto, pur di arrivare ad un documento che auspicavamo
condiviso e unitario. Purtroppo così non è stato, in quanto di
fronte ad un fenomeno così drammatico che ogni anno tocca decine
e decine di donne, le minoranze hanno preferito strumentalizzare
la questione, prima soffermandosi sui sofismi e poi cercando di
colpire personalmente il sindaco che pure in aula è stato tra i
promotori del documento e dell'argomento. Ci troviamo di fronte
ad una opposizione che non ha realmente a cuore le ragioni e i
diritti delle donne ma che è solo concentrata su se stessa e
sulla necessità di polemizzare e colpire personalmente le
istituzioni elette dai cittadini ternani. La continua,
persistente, mancata accettazione della volontà popolare, in
democrazia si chiama eversione".
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