"Apprendo con soddisfazione la
presa di posizione a livello governativo circa la necessità di
condurre l'acqua in eccesso della diga di Montedoglio al lago
Trasimeno, una soluzione alla crisi idrica del nostro Lago che
sostengo da molto tempo": è quanto afferma il consigliere
regionale della Lega Valerio Mancini (presidente della Seconda
commissione consiliare) secondo il quale "il capogruppo del
Partito democratico, Simona Meloni, che nelle scorse settimane
ha avanzato a mezzo stampa questa proposta, o non segue con
attenzione i lavori consiliari, altrimenti avrebbe saputo che ci
stiamo lavorando dallo scorso anno, o cerca di intestarsi meriti
di un lavoro non suo".
"Nel corso dell'audizione che la Seconda commissione ha
tenuto a Castiglione del Lago nel giugno 2023, su mia iniziativa
- ricorda Mancini in una nota della Regione - col pieno sostegno
del collega Eugenio Rondini, questa mia proposta aveva trovato
il consenso della maggior parte dei soggetti portatori
d'interesse. In quella occasione - prosegue - riscontrammo solo
il parere negativo del rappresentante dell'Eaut (Ente acque
umbre toscane) che si oppose a tale possibilità sulla base di
valutazioni tecniche che già al tempo sembravano incomprensibili
e non avvalorate da studi scientifici, in particolare rispetto
alla qualità dell'acqua di Montedoglio".
"Pochi giorni fa - sottolinea Mancini - il sottosegretario al
ministero dell'Ambiente, Claudio Barbaro, rispondendo a
un'interrogazione nell'ambito della Commissione Ambiente alla
Camera, ha finalmente confermato la possibilità di impiegare le
acque in eccesso non trattenute nell'invaso per farle confluire
nel Lago Trasimeno. Un grande rammarico - aggiunge Mancini -
aver perso tutto questo tempo quando sarebbe bastato prestare
attenzione alle istanze dei cittadini e degli operatori
economici, come è stato fatto nella Commissione che presiedo,
evitando di dare ascolto alle follie ambientaliste che hanno
bloccato inutilmente un intervento necessario alla tutela del
lago e di un intero territorio".
"I dati sono preoccupanti - spiega Mancini - il livello delle
acque ha toccato il minimo storico e oggi si aggira intorno ai
135 centimetri sotto lo zero idrometrico. Una criticità a cui
porre rimedio in tempi brevi per evitare di mettere a rischio un
sito fondamentale per l'intera regione e salvaguardare le tante
imprese e realtà economiche che operano nella zona garantendo
migliaia di posti di lavoro. Il dibattito parlamentare -
continua - si è soffermato anche sulla necessità di evitare di
sottrarre altre risorse idriche al Trasimeno, intervenendo con
fondi Pnrr per lo sviluppo di una rete irrigua per finalità
agricola fra la diga e il lago. La Regione Umbria ha chiesto la
collaborazione dell'Università degli studi di Perugia per
valutare fabbisogni idrici e delineare gli scenari legati alle
modalità gestionali, oltre a verificare i possibili impatti a
livello eco-sistemico".
"Auspico che tutti questi studi e procedure - sottolinea
Mancini - non vengano appesantiti dall'ambientalismo estremo
visto che, e questo è un dato di fatto inconfutabile, qualora ci
fosse, come nel 2015, acqua in eccesso nel Trasimeno, verrebbe
fatta confluire nel fiume Tevere, pertanto la procedura opposta
non può essere ritenuta inattuabile. Una volta espletata questa
fase - conclude - mi auguro venga dato seguito a un percorso già
individuato dalla Seconda commissione e avvalorato di recente
dal sottosegretario Barbaro. Il lago non può più aspettare,
servono interventi immediati".
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