"A Marsciano l'ospedale di Pantalla è poco utilizzato, a Foligno ho trovato forti criticità nell'assistenza territoriale. Serve una terapia d'urto contro le liste d'attesa». Nel tour in Umbria prima a Marsciano e poi a Foligno, Alessio D'Amato, ex assessore regionale alla sanità nel Lazio e candidato alle Europee per Azione, ha incontrato i cittadini per parlare dell'assistenza sanitaria in generale a Foligno e Marsciano, e del locale ospedale di Pantalla. "Ho avuto modo di verificare lo stato dei servizi sanitari - ha detto D'Amato - e purtroppo ho constatato come a Marsciano, l'ospedale di Pantalla, ultimo nato nella sanità umbra, è fortemente sottoutilizzato. Al contrario a Foligno sono emerse forti criticità nella assistenza territoriale. Nella programmazione sanitaria umbra a Foligno manca una Casa della comunità e questo significa indebolire il territorio. Purtroppo la sanità umbra sta vivendo una stagione di grandi difficoltà".
A Foligno si è poi svolto l'incontro 'Salute prossima' nella sala Battenti del teatro San Carlo, presente Paolo Cappotto (segretario aziendale della Cisl medici), Massimo Montironi (medico di medicina generale), il candidato sindaco Mauro Masciotti, Anastasia Angeli e Emanuele Sfregola (candidati di Azione al consiglio comunale a sostegno di Masciotti).
"Bisogna aumentare il personale, medico ed infermieristico, e pagarlo: l'Europa investe il 7,4-7,6% del Pil sulla sanità, in Italia è fermo al 6,4%. E' certificato che al 6 per cento la sanità pubblica chiude. E quanto in più è stato messo nell'ultima finanziaria è stato appena sufficiente a pagare i contratti scaduti da 10 anni", ha avvertito il dottor Massimo Montironi.
D'Amato ha sottolineato che "la sanità umbra non è più un'eccellenza. Di fronte a questa situazione ritengo indispensabile riaprire la discussione in Europa sul Mes sanitario e un piano sanitario per le aree interne. Senza una vera e propria terapia d'urto il sistema sanitario pubblico sta morendo sotto il peso delle liste si attesa e della carenza di personale. Il Mes - ha spiegato D'Amato - è un fondo che l'Europa mette a disposizione, va richiesto dagli Stati, consente di intervenire sul sistema sanitario; sono 37 miliardi che ci riporterebbero al pari dei principali paesi europei e, a differenza del Pnrr che prevede investimenti solo a carattere infrastrutturale, questi sono soldi che possono andare al personale. Se non c'è questo schock, il sistema è morto".
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