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In aumento le persone che si rivolgono alla Caritas di Perugia

In aumento le persone che si rivolgono alla Caritas di Perugia

I dati di 'Catene spezzate', il rapporto 2023 sulle povertà

PERUGIA, 05 giugno 2024, 15:08

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel 2023 sono aumentati del 9,2 per cento i richiedenti aiuto al centro di ascolto della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve. Dei 1805 richiedenti totali, 1237, il 68,7 per cento, sono "nuovi utenti" che si sono rivolti alla Caritas dallo scoppio della pandemia ad oggi. La quota degli italiani sale al 25,3 per cento, con un aumento rispetto al 2022 e quella degli stranieri scende al 71,5 per cento.
    Anche nel 2023 a chiedere aiuto sono in prevalenza persone con una fascia di età dai 35 ai 44 anni e dai 45 ai 54 anni. E' quanto emerge da "Catene spezzate" il rapporto 2023 sulle povertà e le risorse nella diocesi di Perugia-Città della Pieve, realizzato dall'osservatorio delle povertà della Caritas di Perugia, diretto da Pierluigi Grasselli e presentato oggi alla presenza del direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli e dell'arcivescovo monsignor Ivan Maffeis.
    "Catene spezzate - ha spiegato don Marco - perché possiamo gioire per tante famiglie tornate in autonomia ma, allo stesso tempo, dobbiamo rilanciare il nostro impegno perché sono tante altre le catene che stanno avvinghiando le nostre famiglie. E' ancora un dato di aumento di povertà quello di quest'anno, con 3.227 famiglie nella nostra diocesi che sono state aiutate e che rappresentano quasi 12 mila persone. Il 40 per cento di queste famiglie sono nuovi poveri che non avevano mai avuto bisogno di rivolgersi alla Caritas. E' un dato che ci mette in movimento e la presentazione del rapporto diventa anche un voler invitare la comunità tutta ad esserci vicina, a continuare questo bellissimo cammino di solidarietà che stiamo facendo".
    "I costi e gli oneri di questo lavoro e di questo sostegno - ha proseguito don Marco - è stato nel 2023 di circa due milioni di euro di cui 500 mila dai fondi 'Otto per mille' e il restate è tutta opera di donazione, di progetti, di imprenditori ma, soprattutto, di tante donazioni di privati che ci riconoscono e ci danno la fiducia per portare avanti questo lavoro. Le cause delle nuove povertà moltissimo riguardano il lavoro povero, redditi molto bassi, stiamo aiutando una fetta importante di famiglie che guadagnano anche 1500 euro al mese ma che a causa del costo della vita, degli gli affitti da pagare, non riesce a farcela".
    "Il rapporto si occupa soprattuto di vedere le caratteristiche di questi richiedenti aiuto alla Caritas - ha spiegato Grasselli -. Noi viviamo un deterioramento della società civile che si riflette sull'andamento di questi poveri.
    Diminuiscono quelli che vivono in un nucleo familiare e aumentano i soli, diminuiscono i coniugati e aumentano celibi e nubili, con maggiore incidenza tra gli italiani.
    Quindi la disgregazione della famiglia appare in pieno e si parla a questo proposito di 'biografizzazione' della povertà.
    Dall'altra parte, siccome oramai i ceti sociali coinvolti dalla povertà sono sempre più numerosi, altri parlano di 'democratizzazione' della povertà".
    Dal rapporto emergono "numerose criticità" legate alla situazione abitativa e, in particolare, i costi per l'affitto, l'insufficiente offerta di case popolari, cattive condizioni dell'abitazione, sovraffollamento, sospensione delle utenze e sfratto. Nell'insieme la quota di utenti che non dispongono di un titolo di studio più elevato della licenza media inferiore è del 47 per cento, "un livello di scolarizzazione molto basso che non favorisce una soddisfacente occupabilità". Per quanto riguarda la condizione occupazionale, anche nel 2023 al primo posto c'è la condizione di disoccupato mentre, in relazione al reddito familiare mensile, anche se le fasce di reddito più povere incidono molto di più, aumenta il numero di utenti che chiede aiuto pur avendo un reddito mensile dai mille ai 1500 euro.
    "Voglio ringraziare tutta la nostra Caritas per quello che porta avanti a nome della Chiesa e della città - ha detto il vescovo Maffeis -. Il rapporto racconta un viaggio che potremmo scandire in tre tappe. La prima è quella che va dai problemi alle persone. Nel rapporto di problemi ce ne sono tanti, ci sono dati, situazioni, tante condizioni che domandano risposte però il percorso fatto, se parte dai problemi, è perché ha davanti le persone. La seconda tappa va invece dalla società alle istituzioni. Sarebbe impensabile delegare a qualcuno la cura dei poveri. Come istituzioni, come Chiesa, come realtà civile è bello poter dire che ci sono interlocutori con cui si cammina insieme. La terza tappa è dalla denuncia alla proposta. Queste pagine vanno in questa direzione e, leggendole, mentre forniscono una miniera di informazioni e di dati, raccontano anche di una comunità che sa rimboccarsi le maniche, che mette cuore, passione, intelligenza e apre piste percorribili".
   
   

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