(di Alessandro Castellani)
Da sempre grande terra per il vino,
negli ultimi anni scoperta anche a livello internazionale,
Montefalco anche quest'anno ha ospitato l'evento che un tempo si
chiamava "Anteprima Sagrantino" perché presentava in esclusiva
la nuova annata di questa eccellenza Docg dell'Umbria così ricca
di 'carattere' e di tannino. La manifestazione dall'anno scorso
si chiama "A Montefalco" perché si è deciso, a cura del
Consorzio, di promuovere anche i vini bianchi a base della
varietà autoctona trebbiano spoletino.
Così nei giorni scorsi "A Montefalco" è stata una carrellata,
ricca di qualità e di spunti, su uno spicchio d'Italia dove
convivono vino, cultura, buon cibo e qualità della vita, e in
cui già nel lontanissimo 1088 esistevano terre piantate a vigna,
delle quali il Sagrantino è simbolo e 'baluardo'. Dispiace solo
che, come hanno confermato molti produttori presenti all'evento,
vada sempre più scemando la produzione di un valore assoluto,
non solo umbro ma dell'Italia intera, come il Sagrantino
Passito, sempre meno conveniente e più difficile da produrre, e
che sul mercato, forse anche per questioni di prezzo (ma anche
dell'ignoranza di chi lo associa ai passiti siciliani) non trova
un adeguato riscontro.
Con una buccia ricca di polifenoli, il Sagrantino è un rosso
corposo particolarmente adatto a un lungo invecchiamento, e una
Docg che può essere prodotta esclusivamente nel territorio
collinare di Montefalco e in parte nei comuni di Bevagna (che
nei dintorni ospita cantine assolutamente da visitare come
Fattoria ColSanto e Tenuta Castelbuono), Castel Ritaldi, Giano
dell'Umbria e Gualdo Cattaneo.
Ma "A Montefalco" è stata anche la possibilità di degustare in
Sala Consiliare, e nelle cantine, gran parte del meglio della
produzione vinicola umbra, e quindi, oltre al Sagrantino, le
annate in commercio di Grechetto, Montefalco Bianco, Trebbiano
Spoletino, Montefalco Rosso e Riserva, più dieci Passiti di
varie cantine prodotti dal 2016 al 2019. Tante le bottiglie da
segnalare, come il Trebbiano Spoletino 2022 di Scacciadiavoli,
il Vigna Tonda 2021 di Antonelli, il Sagrantino Chiusa di
Pannone dello stesso Antonelli (eccellente anche il suo
passito), il Collepiano 2020 di Caprai, il Carapace Lunga Attesa
di Tenuta Castelbuono/Lunelli, il Bisbetico Domato di Tabarrini
e il Terra Cupa di Romanelli. Giudizi che possono variare a
seconda di chi assaggia, ma che in ogni caso testimoniano che
l'Umbria si sta davvero ritagliando uno spazio importante nella
produzione vinicola di qualità.
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