"Rafforzare ulteriormente
i controlli, le ispezioni nelle aziende agricole" e "incrociare
le banche dati per avere una mappatura aggiornata
dell'insistenza del fenomeno", lavorando anche su "ingressi
regolati": a dirlo all'ANSA, rispetto al contrasto del
caporalato, sfruttamento e lavoro irregolare nel settore
agricolo, è il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra,
intervenuto ad Assisi al consiglio generale Fai-Cisl che ha
chiuso la nuova edizione delle "Giornate della Montagna".
Per Sbarra serve "dare continuità al tavolo di confronto
avviato qualche giorno fa con la ministra del Lavoro Calderone e
con il ministro delle Politiche alimentari Lollobrigida" e dare
"piena attuazione" alla Legge 199. "L'abbiamo conquistata nel
2016 come strumento forte di contrasto al caporalato, allo
sfruttamento e al lavoro nero in agricoltura".
In otto anni, secondo il segretario, la legge ha funzionato
bene "sul versante sanzionatorio e repressivo, ma non ha dato
frutti sperati per quanto riguarda la prevenzione e
l'investimento sulla qualità delle aziende agricole, per
governare l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro". Questo è
quello che il sindacato rivendica "nel rapporto con il governo,
con il sistema delle autonomie locali e nel rapporto col sistema
datoriale agricolo". La richiesta sul piatto è chiara: più
assunzioni di ispettori e tecnici della prevenzione e lavoro per
"ingressi regolati". Perché "chi entra in Italia deve avere la
possibilità di inserirsi nel mercato del lavoro con datori che
applicano contratti e rispettano diritti e tutele".
Serve un piano, prosegue Sbarra, per "il diritto
all'abitazione, ai trasporti, alla sanità" e formazione per le
lingue. Su un tema "che va affrontato nella sua complessità" la
Cisl dice "basta con slogan e frasi ad effetto, si parta con un
tavolo permanente strutturato di confronto col governo,
associazioni datoriali e sistema delle autonomie locali".
In Umbria, come sottolineato dal segretario generale della
Cisl Umbria Angelo Manzotti, è stato sottoscritto un protocollo
sul tema. "Un documento che soprattutto serve a vigilare per far
sì che i fenomeni non si verifichino". "Purtroppo - prosegue -
anche in Umbria negli ultimi tempi abbiamo registrato casi di
caporalato, il primo ad Orvieto e qualche mese fa a Gubbio". A
livello generale, l'Umbria ha "una situazione abbastanza
tranquilla, c'è particolare attenzione al territorio e una forte
presenza capillare del sindacato confederale". Decisivo si
rivela "il rapporto molto sinergico con gli enti ispettivi, con
cui stiamo facendo un bel lavoro, ma serve certamente tenere
sempre alta l'attenzione".
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