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Garante dei detenuti denuncia carenze in aree sanitarie del carcere di Perugia

Garante dei detenuti denuncia carenze in aree sanitarie del carcere di Perugia

Blitz di Caforio che annuncia esposto a Procura

PERUGIA, 13 luglio 2024, 13:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Garante dei detenuti dell'Umbria Giuseppe Caforio ha compiuto nella mattinata di sabato 13 luglio un blitz presso le strutture sanitarie del carcere di Capanne di Perugia per "dare seguito alle reiterate segnalazioni da parte di detenuti e della stessa polizia penitenziaria, con cui si evidenziavano gravi carenze di vario tipo".
    Ha quindi annunciato che "ritenendo che le attuali condizioni delle strutture sanitarie e dei servizi erogati confliggono con i diritti fondamentali previsti peraltro sia dalla Convenzione dei diritti dell'uomo che dal nostro codice penale, nei prossimi giorni provvederà a depositare presso la Procura della Repubblica di Perugia un esposto per chiedere un accertamento giudiziale sulla situazione qui denunciata, al fine di verificare se sussistono estremi di reati penalmente perseguibili e quindi con l'evidente intento anche di sollecitare una svolta reale e immediata ad una situazione oramai intollerabile".
    Secondo Caforio l'accesso all'area sanitaria ha evidenziato "la fondatezza delle lagnanze e in particolare si è avuto modo di riscontrare una situazione strutturale incredibilmente illegittima, carente e inadeguata alle esigenze volte ad assicurare il diritto alla salute dei detenuti'. In particolare la zona destinata agli ambulatori - ha reso noto il Garante - è 'desolatamente priva di aria condizionata, maleodorante, infestata probabilmente dai piccioni e soprattutto con strumentazione non funzionante".
    "Emblematica - ha aggiunto - è la situazione dell'ambulatorio dentistico e peraltro sono proprio le patologie legate ai denti quelle che rappresentano la maggior richiesta dei detenuti, con il blocco riunito ovverosia la poltrona dentistica guasta ormai da tempo e quindi con l'ambulatorio in disuso.
    Ma tutto il contesto è deprimente in quanto in queste giornate torride gli ambulatori raggiungono la temperatura di 40 gradi e paradossalmente in inverno sono gelidi. Questo non è che la punta di un iceberg che vede negati i più elementari diritti sanitari alla popolazione dei detenuti sia uomini che donne: sempre per esemplificare vi è un ginecologo che va, e non sempre, due volte al mese e quindi assolutamente inadeguato e lo stesso per le altre specialità. Ancora più incredibilmente si è avuto modo di accertare che difformemente da tanti altri istituti carcerari quello di Capanne pur disponendo sul piano fisico di alcune stanze da destinare a degenza infermieristica, le stesse sono chiuse e abbandonate con innumerevoli problemi a catena".
    "Insomma - ha osservato - un quadro desolante e di abbandono segnalato anche dalla polizia penitenziaria, la quale subisce per prima i riflessi del malessere dei detenuti che portano spesso a contestazione e talora rivolte, dovute anche agli effetti delle patologie non curate che spesso provocano, come nel caso dei denti, dolori lancinanti.
    A fronte di questo panorama ben poco cosa possono fare la buona volontà e l'impegno dei pochi medici e paramedici che operano all'interno del carcere e che hanno sostanzialmente le mani legate".
    Secondo Caforio, "questa grave situazione sta dando luogo ad un fenomeno che è partito in sordina e si sta ampliando in modo preoccupante: ovverosia i detenuti che dispongono di risorse economiche e che quindi sono benestanti sempre più fanno ricorso a medici privati a pagamento, i quali effettuano visite e forniscono adeguata assistenza creando così loro malgrado una grave situazione di disparità tra ricchi e poveri che in un panorama già di per sé delicatissimo in relazione alle dinamiche dei rapporti interpersonali, acuisce le tensioni carcerarie.
    La comunità delle case circondariali che si compone dai detenuti, polizia penitenziaria, amministrativi e personale sociosanitario, si regge su un delicato equilibrio e nel momento in cui questi equilibri vengono meno, si ha un effetto domino che porta da un lato alle rivolte a cui hai sempre più frequentemente assistiamo e dall'altro ai tanti episodi di autolesionismo che giungono fino ai suicidi".
   

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