C'è "forte preoccupazione" da
parte di Confagricoltura Umbria e delle cooperative dell'alto
Tevere (Fattoria Autonoma Tabacchi, ProAgri, Virginia Trade,
Fattoria Agri&Service, Trasformatori Tabacco Italia, Unitab,
Opta, Arpt e Agricoper) "per le ripercussioni negative che le
colture irrigue del territorio, soprattutto tabacco, orticole e
barbabietola, potrebbero subire nel brevissimo periodo se non si
trovano soluzioni immediate dove ci sono problemi di
approvvigionamento idrico".
In un comunicato congiunto mettono quindi l'accento in
particolare sul comprensorio di Montedoglio "dove la diga è
piena ma in questo periodo di forte richiesta di acqua da parte
degli agricoltori le quantità immesse nel sistema non sono
sufficienti". "Il problema - affermano Confagricoltura e
cooperative - è che non c'è capacità di elargire volumi
adeguati. Eau, Ente Acque Umbre-Toscane, non solo applica
tariffe più elevate nella parte umbra ma ha dimostrato in questi
anni di avere una gestione del tutto inadeguata della diga
relativamente alle esigenze del comparto agricolo".
Nel comunicato si sostiene che il confronto con le tariffe
applicate in Toscana evidenzia, infatti, che i maggiori costi
dell'acqua in Umbria a seguito della gestione di Eaut e Afor
hanno portato ad un sovraccosto per i coltivatori umbri che
oscilla da 1.000.000 a 1.400.000 euro con "gravi ripercussioni
economiche" sulle imprese e sulle filiere.
Confagricoltura Umbria e le Cooperative dell'Alto Tevere
rilevano anche il fenomeno di alcuni utenti che "baipassano il
gestore finale e riescono ad avere costi notevolmente più bassi
rispetto al resto degli agricoltori". "È stato chiesto più volte
ai tavoli regionali di ridurre drasticamente i costi di Eaut -
ricordano -, ente gestito dalle regioni Umbria e Toscana ma
interamente pagato dagli agricoltori con le tariffe imposte per
l'acqua erogata.
Confagricoltura Umbria e le Cooperative dell'Alto Tevere
hanno inoltre richiesto la gestione, come nella maggior parte
dei consorzi irrigui in Italia, da parte di un consorzio gestito
da agricoltori piuttosto che da Afor "il cui costo di gestione a
metro cubo è assolutamente fuori controllo". Evidenziando poi
"l'anomalia che anche i costi di manutenzione straordinaria
vengono pagati interamente dagli agricoltori".
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