"Alle ultimissime fasi la
trebbiatura del grano, con i bilanci delle imprese agricole
umbre ancora penalizzati da alti costi di produzione e prezzi
insoddisfacenti, seppur si registri una buona qualità, con rese
importanti per i terreni di pianura e non ottimali in quelli più
argillosi": è quanto sottolinea Coldiretti Umbria, nel ricordare
come la situazione economica sia resa complicata "anche a causa
delle importazioni di grano straniero che nei primi quattro mesi
del 2024 nel nostro Paese hanno raggiunto il quantitativo di
oltre 2,7 miliardi di chili, in aumento del 18 per cento
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno".
"I prezzi risultano sempre decisamente troppo bassi per le
aziende e di certo la situazione non può definirsi positiva per
noi imprenditori, anche se in diversi territori rese e qualità
quest'anno ci soddisfano - sottolinea Luca Grasselli
cerealicoltore di Perugia -. Anche sul fronte costi di
produzione non si può gioire, visto che rimangono mediamente
alti dal gasolio ai concimi, fino alle manutenzioni delle
macchine". "Anche in provincia di Terni - afferma Sergio
Tamburini cerealicoltore di Montecastrilli - la stagione della
trebbiatura sta volgendo al termine, ma il bilancio rimane
ancora sotto le aspettative. Non tanto dal lato produttivo,
anche se assistiamo ad una situazione disomogenea a macchia di
leopardo per zone diverse, ma soprattutto su quanto viene
riconosciuto agli imprenditori: parliamo di prezzi che ancora
non coprono i costi di produzione".
"Il nostro obiettivo - commenta Albano Agabiti, presidente
Coldiretti Umbria - continua ad essere quello di valorizzare al
meglio le produzioni locali di grano, garantendo una
remunerazione giusta agli agricoltori e offrendo completa
tracciabilità e qualità ai consumatori che sono sempre più
attenti alla provenienza delle produzioni. Tutte partite ancora
deficitarie e su cui rafforzeremo il nostro lavoro, specie per
restituire margini soddisfacenti all'origine al lavoro delle
imprese agricole. D'altronde con produzioni in calo a nord e sud
del Paese è lecito aspettarsi quotazioni diverse".
"Intanto - ricorda Agabiti - c'è soddisfazione per la
proposta di dare vita a un piano di settore avanzata dal
sottosegretario Patrizio La Pietra in riferimento al tavolo di
filiera sul grano che si è svolto a Roma nella sede del
Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle
foreste. L'invasione di prodotto straniero colpisce duramente la
produzione made in Italy peraltro con cereali coltivati usando
spesso sostanze vietate nel nostro Paese e nella Ue. Una
situazione intollerabile dinanzi alla quale occorre affermare il
principio di reciprocità delle regole, vietando l'ingresso in
Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate ma anche
ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. E serve anche
garantire un'etichettatura trasparente su tutti gli alimenti in
commercio, a partire da pane, biscotti, cracker e altri derivati
dai cereali, che oggi continuano ad essere anonimi".
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