"Noi capiamo le cose solo quando ci 'andiamo a sbattere', ma se riuscissimo a capirle prima le cose andrebbero in un'altra direzione. La guerra, ad esempio, noi diciamo di capirla e ci sembra sempre una cosa lontana. Il mio timore è che la capiremo davvero solo quando ci saremo andati a sbattere. Questo mi fa paura. Le stragi nazifasciste le ricordiamo tutti, anche qui in Umbria, ma continuiamo ad ammazzarci": lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo metropolita di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, durante una visita, mercoledì pomeriggio, alla Comunità Incontro di Molino Silla (Amelia).
Zuppi è stato accolto dal capo struttura Giampaolo Nicolasi, dal direttivo, dallo staff multidisciplinare e dai ragazzi impegnati nel percorso di recupero dalle dipendenze. Alcuni di loro hanno raccontato, in un auditorium gremito, la propria esperienza di vita, il rapporto con le sostanze stupefacenti e lo sforzo che stanno compiendo verso la rinascita personale.
"Ognuno ha delle cose belle da fare, per sé e per gli altri.
E la droga te le toglie tutte. Si possono incontrare nella vita delle amicizie sbagliate, ed è capitato anche a me. Ma possiamo incontrare - ha detto, rivolto agli ospiti della Comunità Incontro - anche le amicizie giuste, che forse non sono altrettanto facili da trovare. Ma sono fondamentali e i 'giusti' non sono quelli che non hanno mai sbagliato, non ci credete, non esistono. Voi potete essere amici giusti per tanti altri. E crederci è fondamentale".
Sulle droghe ha aggiunto che "quelle 'leggere' sempre droghe sono e forse ancora più pericolose, perché percepite, appunto, come meno dannose".
"Uno pensa sempre che quando vuole smette - ha osservato ancora il cardinale - ma poi si accorge che non smette mai. La 'strega', la droga, non si presenta come tale ma ha sempre un bell'aspetto, accattivante. E in questo contesto, anche l'alcol rappresenta un tema complesso, una dipendenza difficile da affrontare".
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