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Per Fiom Cgil 'automotive al collasso in Italia e Umbria'

Per Fiom Cgil 'automotive al collasso in Italia e Umbria'

Assemblea generale in vista dello sciopero di venerdì

TODI (PERUGIA), 16 ottobre 2024, 13:19

Redazione ANSA

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L'automotive, settore strategico in Italia e in Umbria, dove sono oltre 2.000 i dipendenti diretti del comparto e altri 4.000 quelli dell'indotto, "è al collasso".
    E' emerso dall'assemblea regionale della Fiom Cgil che si è tenuta a Todi in vista dello sciopero generale unitario di venerdì 18 ottobre, sul tema "Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto".
    Una mobilitazione unitaria, di "importanza strategica", come ha ricordato Michele De Palma, segretario generale della Fiom Cgil nazionale, secondo quanto riferisce una nota sindacale. "Lo sciopero unitario di venerdì 18 ottobre con manifestazione nazionale a Roma è per fermare il collasso e far ripartire il settore automotive nel nostro Paese - ha detto -, perché è centrale per l'industria e per l'occupazione. Stellantis ha fallito gli obiettivi in termini di produzione e questo sta avendo effetti devastanti sulla componentistica in tutta Italia e anche in Umbria. È per questo che scioperiamo il 18 e manifestiamo a Roma, da piazza Barberini a piazza del Popolo.
    Chiediamo alla presidente del Consiglio di convocare a Palazzo Chigi il presidente di Stellantis, John Elkann, e l'amministratore delegato, Carlos Tavares, con tutte le aziende dell'automotive perché è necessario raggiungere un accordo che stabilisca un pacchetto straordinario di risorse e di interventi per rilanciare l'industria dell'automotive e garantire l'occupazione. C'è bisogno di ridurre gli orari, c'è bisogno di formazione, c'è bisogno di accompagnare la transizione ecologica insieme alle lavoratrici e ai lavoratori e non contro".
    Marco Bizzarri e Alessandro Rampiconi, segretari generali della Fiom Cgil di Perugia e Terni, hanno rimarcato "il crollo della produzione di un settore assolutamente strategico per l'Umbria, dalla componentistica alla filiera del tubo". "Di fronte a questa situazione drammatica la risposta della Regione Umbria è stata del tutto insufficiente - hanno sottolineato - un documento arrivato tardi, a ridosso della scadenza elettorale, che non mette in campo strumenti concreti che possano agevolare la necessaria riorganizzazione del settore e difendere l'occupazione".
   

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