La Festa dei ceri di
Gubbio al centro dell'attenzione del Cnr nell'ambito degli studi
sul cambiamento climatico.
Si è chiusa da pochi giorni a Baku, in Azerbaigian, la 29/a
Conferenza delle Parti, Cop2, della convenzione quadro delle
Nazioni unite sui cambiamenti climatici. Tra i pochi risultati
misurabili positivi della conferenza - sottolinea in una nota il
Comune di Gubbio - sono emersi interessanti progressi sulla
questione dell'adattamento del patrimonio culturale agli effetti
del cambiamento climatico. E questo perché, dopo la pressione
coordinata di 35 Paesi, il patrimonio culturale, immateriale e
materiale, è stato incluso nel Fondo delle Nazioni unite per le
perdite e i danni.
Il Centro nazionale per le ricerche è impegnato su questi
temi già da diversi anni, portando un importante contributo al
tema degli effetti del cambiamento climatico sul patrimonio
culturale materiale attraverso due progetti: "Heracles" (Horizon
2020, 2016-2019) e "GreenHeritage" (Horizon Europe, 2022-2025)
coordinati dal Cnr stesso attraverso l'Istituto per lo studio
dei materiali nanostrutturati (Cnr-Ismn) e l'Istituto di
ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Cnr-Irpps).
Ed è qui che entra in ballo la città di Gubbio, dove,
nell'ambito del progetto "Heracles", il Cnr ha monitorato i
rischi di dissesto idrogeologico che minacciano gli edifici e le
antiche mura urbiche a causa degli effetti del cambiamento
climatico, così come è stato fatto in Grecia, a Creta, oggetto
di studio con il Palazzo di Cnosso, sito Unesco, e la fortezza
veneziana di Koules nel porto di Heraklion.
ll progetto "GreenHeritage", invece, ricerca strumenti e
metodologie innovativi in grado di promuovere approcci adattivi
e sistemici per gestire/mitigare meglio gli effetti dei
cambiamenti climatici sul patrimonio immateriale, con
particolare riferimento all'Europa, e in questo caso dal Cnr è
stata scelta la Festa dei ceri come "caso scuola" di verifica
per capire come una festa possa subire cambiamenti legati alle
modifiche del clima. I cambiamenti climatici pongono sfide
sempre più complesse anche per il mantenimento delle tradizioni
più radicate e significative: è perciò necessario un approccio
consapevole che consenta di salvaguardare le nostre tradizioni,
adeguandoci a un contesto che cambia.
Sempre nell'ambito del progetto "Green Heritage", il Comune
di Gubbio - ricorda ancora l'ente - rappresentato dal sindaco
Vittorio Fiorucci e accompagnato dai presidenti del Maggio
Eugubino e dell'Università dei Muratori, aveva preso parte
alcune settimane fa alla Borsa mediterranea del turismo
archeologico, a Paestum, per un appuntamento organizzato dal
Centro universitario europeo per i beni culturali di Ravello,
con il quale il Comune di Gubbio ha stretto un protocollo
d'intesa volto alla valorizzazione e tutela del patrimonio
culturale immateriale: in questo senso l'incontro di Paestum
aveva rappresentato un ulteriore momento di scambio e
riflessione su come integrare salvaguardia del patrimonio e
sostenibilità ambientale.
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