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Olio accordo di filiera per l'olio Dop Umbria

Olio accordo di filiera per l'olio Dop Umbria

Intesa fra tra Aprol Umbria e l'azienda Pietro Coricelli

PERUGIA, 26 novembre 2024, 13:56

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Per la programmazione delle produzioni delle imprese agricole e per la valorizzazione dell'olio di qualità certificato, tra i simboli del made in Umbria agroalimentare, è stato sottoscritto un accordo di filiera per la commercializzazione di olio extravergine di oliva Dop Umbria.
    Firmatari, proprio in occasione della Giornata mondiale dell'olivo, sono l'organizzazione di produttori Aprol Umbria, espressione di Coldiretti, e l'azienda Pietro Coricelli Spa. Un contratto di filiera, della durata minima di cinque anni, che va quindi a tutelare, come sottolineato, le tre figure dell'olivicoltore, del frantoiano e del confezionatore.
    "L'obiettivo dell'accordo che mette a sistema il mondo della produzione e quello della commercializzazione, con quest'ultimo che è oggi un vero problema - ha spiegato Giulio Mannelli, presidente Aprol Umbria, durante la presentazione dell'accordo nella sede di Coldiretti Umbria a Perugia - è quello di una sempre migliore distribuzione del valore lungo la filiera, così come di incentivare le nostre imprese verso la certificazione di olio DOP Umbria, che ancora rappresenta solo circa il 7% di tutto l'olio regionale prodotto. Un accordo che - ha aggiunto Mannelli - sostenendo tutte le cinque sottozone in cui si articola la Dop Umbria, non lasciando quindi indietro nessun territorio, prevede per i produttori un prezzo minimo garantito, così da permettere una programmazione dell'attività aziendale con maggiori certezze, incidendo in maniera positiva sulla sostenibilità economica".
    L'intesa raggiunta con una realtà importante del panorama olivicolo nazionale e mondiale come Coricelli, per Mannelli "non potrà che generare benefici rilevanti per il mondo della produzione e al contempo tutelare il paesaggio frenando pure l'abbandono colturale in atto".
    Nel 2021 Coricelli ha siglato il primo contratto di filiera con i produttori pugliesi e tracciato un nuovo scenario per tutto il settore. Ora questo nuovo accordo, secondo Chiara Coricelli, presidente e ad dell'azienda, "conferma la forte valenza delle alleanze tra industria, agricoltura e distribuzione a beneficio soprattutto dei produttori e, in questo caso, del nostro territorio". "Vogliamo farci portavoce dei produttori valorizzando e portando in tutta Italia l'olio Dop Umbria - ha inoltre commentato - e questo è possibile solo lavorando tutti insieme nella stessa direzione e con l'obiettivo comune di creare una filiera olearia di valore".
    Un progetto che quindi, come è stato rimarcato, guarda anche oltre i cinque anni dell'accordo firmato. "Vuol rappresentare un modello replicabile pure con altri attori del comparto" ha riferito pure Gabriele Mocio, direttore Aprol Umbria, per poi aggiungere: "Interesserà già da questa campagna diverse centinaia di quintali di olio Dop Umbria da commercializzare, che incrementeranno nel prossimo futuro, oltre a fissare parametri qualitativi migliori di quelli previsti per la stessa Dop Umbria".
    Un "momento storico" lo ha definito Albano Agabiti, il presidente Coldiretti Umbria che ha sottolineato come sia "la prima volta per un accordo tra mondo della produzione e una grande azienda umbra". "Prosegue così il nostro impegno - ha poi ricordato - per potenziare tutte le filiere agricole umbre, con quella olivicola tra gli emblemi del settore primario regionale, anche a livello turistico e ambientale".
    Per Agabiti ora parte anche "un'altra importante sfida" quella di ricostruire un Consorzio di Tutela assente da ormai oltre 10 anni: "La Dop dell'olio umbro ad oggi purtroppo non può giovarsi ancora dell'importante ruolo e delle attività di un Consorzio che per noi deve essere in mano agli olivicoltori e non delle associazioni". L'accordo è "una buona notizia" anche per la Camera di Commercio dell'Umbria, come ha spiegato in conclusione il segretario generale Federico Sisti, perché "realizza una concreta opportunità per promuovere gli oli regionali in mercati più ampi". L'augurio, per Sisti, "è che possa diventare una pratica diffusa per legare i produttori agricoli e l'industria alimentare in un contesto coerente per la valorizzazione delle eccellenze del territorio e per sostenere l'economia locale".
   

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