"Sono allarmanti i dati sulla
mobilità sanitaria passiva dell'Umbria, pubblicati da Agenas nel
suo ultimo rapporto. Numeri che fotografano una realtà che ben
conoscevamo, nella quale gli umbri e le umbre sono stati
costretti dalla destra ad andare fuori regione per curarsi":
così il consigliere regionale del Pd, Tommaso Bori. Il quale
parla della necessità di una "operazione verità sulle liste
d'attesa e sui conti" e sull'esigenza di prestare "la massima
attenzione su una inversione di una tendenza che rischia di
portare la nostra sanità, una volta benchmark, in profondo
rosso".
"L'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali -
spiega Bori in una nota diffusa da Palazzo Cesaroni - evidenzia
come l'Umbria, dal 2019 al 2023, sia stata la regione con il
maggior incremento di mobilità passiva, ovvero di prestazioni
sanitarie erogate fuori dalla nostra regione. Sono i numeri di
quell'esodo sanitario che abbiamo più volte denunciato. A fronte
di ciò, è diminuito anche il numero di pazienti che abbiamo
attirato: meno 18 per cento. Da qui lo sbilancio di 24 milioni
di euro di differenza. Gli umbri cercano fuori regione
soprattutto risposte per malattie del periodo neonatale. Questi
- conclude Tommaso Bori - sono i numeri di uno scempio
perpetrato in cinque anni di amministrazione disastrosa della
destra, che sarà nostro compito ribaltare attraverso una attenta
analisi di quanto ereditato".
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