"Patto avanti, Umbria indietro.
Dopo incontri saltati, schemi annunciati e ritrattati, leader
nazionali chiamati a mettere una pezza sulle incapacità locali e
a consolare i piagnistei delle ambizioni disattese, ecco che, a
un mese dalle elezioni e a 24 ore dal primo consiglio regionale,
il campo extra-large ha trovato quella quadra che millantava di
avere ancor prima del voto": a dirlo è il segretario umbro della
Lega Riccardo Augusto Marchetti. "Nulla di nuovo, siamo abituati
all'ipocrisia di sinistra tutta sorrisi e cuoricini a favor di
fotografi e telecamere, che poi però si accapiglia tra i veleni
delle segrete stanze" sostiene in una nota.
"Niente sanità per l'assessore in pectore Bori - dice
Marchetti -, ritenuto evidentemente incapace di compiere il
miracolo dell'azzeramento liste d'attesa in 90 giorni, missione
forse più nelle corde della francescana presidente, che magari
confida in un aiuto divino. Via libera a De Luca all'ambiente,
perché il progresso spaventa chi non sa gestirlo, e allora
meglio paralizzare lo sviluppo economico e infrastrutturale in
nome di uno pseudo ambientalismo fondamentalista. Se è vero che
chi ben comincia è a metà dell'opera, dare avvio al nuovo corso
con una crisi interna, non lascia presagire nulla di buono. Ma
tant'è".
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