"Umbria jazz winter è da sempre
una chicca e non potrebbe essere altrimenti in una città da
20mila abitanti quale è Orvieto": a dirlo all'ANSA è Carlo
Pagnotta, direttore artistico di Uj, in occasione dell'avvio
della versione invernale della manifestazione, che proseguirà
fino al primo gennaio.
"Tornare a Orvieto - ha aggiunto Pagnotta - è sempre una
cosa magica e il festival sta andando alla grande. La gente c'è
e gli alberghi sono pieni anche nel circondario". Io sono
soddisfatto, come penso che lo sia tutta la famiglia di Umbria
jazz", ha detto ancora il direttore.
"Quella che portiamo avanti da 31 edizioni è una formula che
ha funzionato", ha sottolineato Pagnotta, parlando poi di come
il jazz sia cambiato negli ultimi decenni. "È cambiato perché i
maestri sono morti, ne aspettiamo altri, ma nel frattempo c'è
gente che ha studiato e sa suonare", ha spiegato. Sul futuro del
jazz, Pagnotta non ha dubbi: "Bach, Schubert, Verdi, Puccini non
ci sono più, eppure sia la musica classica che la musica
operistica ancora vanno alla grande e così sarà per il jazz".
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