"Chiediamo alla Regione Umbria una
comunicazione chiara e tempestiva circa i disservizi derivanti
dall'applicazione del Catalogo unico regionale (Cur) delle
prestazioni specialistiche prescrivibili relativo ai 'nuovi Lea'
in vigore dal 30.12.2024, specificando che le criticità non
dipendono dai medici di assistenza primaria prescrittori": è
quanto afferma Maurizio Lucarelli, segretario regionale dello
Smi Umbria.
"Le difficoltà in cui si trovano i medici di famiglia -
spiega, in una nota del sindacato - sono derivate dalla
decisione, dell'ultimo dell'anno, del Tar di sospendere il
decreto con le nuove tariffe per la specialistica ambulatoriale,
provvedimento poi parzialmente sospeso dalla revoca presentata
dall'avvocatura generale.
Come temevamo, si sono verificati e tuttora si verificano una
serie di disservizi e disallineamenti tra i vari Cup aziendali
ed il Cup regionale. Disallineamenti che hanno creato una serie
interminabile di disagi per i medici prescrittori e per i
cittadini, costretti a rimpalli tra gli studi medici e i Cup
territoriali".
"Le criticità - prosegue Lucarelli - riguardano, per esempio,
il disallineamento delle tariffe di pagamento delle prestazioni
tra il vecchio ed il nuovo nomenclatore, la difficoltà di
dematerializzazione di prestazioni precedentemente
dematerializzate, codici di erogazione di prestazione che non
consentono di dematerializzare le stesse, salvo complessi
passaggi informatici.
Sollecitiamo pertanto una comunicazione formale ed ufficiale che
orienti tutti gli attori del sistema Sanitario regionale
(medici, cittadini, strutture erogatrici e Cup), evitando
ulteriori criticità".
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