"Il Piano operativo straordinario
di recupero delle liste di attesa approvato dalla Giunta
regionale lo scorso 21 marzo è in grado, grazie ad un innovativo
modello di gestione che ha già prodotto 41mila nuove
disponibilità in soli tre mesi, di azzerare le prestazioni
attualmente in percorso di tutela, nel caso in cui il Governo,
come per gli anni passati, mettesse a disposizione i 7,5 mln di
euro del fondo finalizzato alle liste d'attesa": è quanto
afferma la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti,
in una nota dell'ente.
"È necessario sottolineare - spiega la presidente Proietti -
che il Piano di recupero delle liste d'attesa varato dalla
precedente amministrazione regionale, nonostante tutte le
risorse messe a disposizione dallo Stato non ha conseguito il
raggiungimento degli obiettivi dichiarati, che erano
l'azzeramento dei Percorsi di tutela precedenti al 2024 e una
riduzione di quelli del 2024 del 20-30% rispetto al 2023.
Al 31
dicembre 2024 invece permanevano le prestazioni in percorso di
tutela del 2023 e numero significativo in aumento del 2024,
rispetto all'anno precedente".
L'elemento innovativo, imprescindibile, a cui si è iniziato a
lavorare nel nuovo Piano, per un reale governo delle liste di
attesa, è la costituzione delle reti cliniche per patologie e
dei relativi percorsi diagnostici terapeutici assistenziali,
necessari a garantire l'equità di accesso, la riduzione
dell'inappropriatezza, la sicurezza delle cure e la
disponibilità diffusa delle informazioni per i cittadini, sui
loro diritti ma anche sui loro doveri.
Ulteriore fattore qualificante del Piano è che, a regime, tutti
i cittadini inseriti nei nuovi percorsi di tutela saranno
contattati entro i tempi previsti della classe di priorità Rao
(raggruppamenti di attesa omogenei) e non resteranno più in
attesa ad oltranza senza la certezza di essere contattati.
Al momento, in assenza del finanziamento, il piano 2025 per
lo smaltimento delle liste d'attesa chirurgiche e il recupero
delle prestazioni di specialistica ambulatoriale in Percorso di
tutela, può essere sostenuto solo con le prestazioni aggiuntive
erogate dalle strutture pubbliche regionali, finanziate, come
nel 2024 con 4.22 milioni per il personale della dirigenza
(medici) e 1.34 milioni di europer il personale del comparto
(professioni sanitarie) oltre che con i residui del
finanziamento ministeriale derivanti dagli anni precedenti e non
utilizzati.
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