"Economia circolare,
efficientamento energetico, decarbonizzazione e diffusione delle
energie provenienti da fonti rinnovabili sono temi su quali
l'Europa ha posto nuove sfide che l'Umbria deve essere pronta a
raccogliere. Ho appena depositato una proposta di legge tesa a
promuovere lo sviluppo dei Distretti di economia circolare e
stimolare la nascita di dinamiche di simbiosi industriale, per
favorire la transizione da un modello di produzione lineare a un
modello di tipo circolare, indispensabile al raggiungimento
degli obiettivi del Green Deal europeo". Lo ha annunciato il
consigliere regionale Daniele Carissimi (Lega).
"In Umbria - spega, in una nota della Lega - la manifattura è
una componente strategica per l'economia regionale, con circa
7.400 aziende, quasi 60mila addetti e un indotto pari al 34,3%
del fatturato complessivo della Regione, oltre che un valore
delle esportazioni che contribuisce al 95% di quelle regionali.
Le criticità, tuttavia, non mancano: molte imprese appartengono
a settori ad alto consumo di energia e a difficile
decarbonizzazione, quali quello cementiero e siderurgico, e a
settori, come quello tessile, dove l'utilizzo di materie prime è
significativo, così come le quantità degli scarti di lavorazione
e i volumi di rifiuti prodotti e destinati a smaltimento in
discarica". "In questo quadro, strategie e iniziative volte a
promuovere e incentivare lo sviluppo di dinamiche di simbiosi
industriale tra imprese, enti locali e rappresentanze economiche
e sociali che operano sul territorio rappresentano un sostegno
importante per affrontare le sfide poste dall'Unione europea e
dall'Italia".
"Nel concetto di simbiosi industriale - sottolinea Carissimi -
rientrano infatti quei processi in cui, grazie al consolidamento
di rapporti di interdipendenza tra operatori economici, i
prodotti di scarto e i sottoprodotti di un'attività produttiva
vengono reimpiegati all'interno di un processo produttivo
diverso senza che vengano generati sprechi o rifiuti in
un'ottica di reciproco vantaggio".
"La mia proposta di legge mira quindi a contribuire, attraverso
la promozione e il sostegno dei distretti di economia circolare
e delle dinamiche di simbiosi industriale, alla prevenzione e
alla riduzione della produzione di rifiuti e imballaggi, alla
valorizzazione degli scarti di lavorazione delle attività, alla
transizione energetica e alla riduzione delle emissioni
inquinanti dei processi produttivi e degli impianti, alla
riqualificazione dei siti industriali dismessi, nonché allo
sviluppo di tecnologie, prodotti e processi produttivi
innovativi funzionali a ridurre l'impatto ambientale delle
attività produttive". "I benefici attesi sono, innanzitutto,
economici e ambientali, sia in termini di riduzione dei volumi
di rifiuti prodotti e dei relativi costi di smaltimento, che di
diminuzione del consumo di materie prime come acqua o calore e
conseguente risparmio di risorse finanziare. Le imprese umbre,
inoltre, potranno vedere aumentate le loro potenzialità di
crescita sul mercato nazionale ed internazionale con un livello
di competitività che somma le capacità delle singole aziende.
Infine - conclude il consigliere della Lega - la creazione di
dinamiche distrettuali e simbiotiche tra le imprese umbre e gli
enti locali potrebbe rappresentare uno strumento importante
anche sul piano della pianificazione del territorio regionale e
della valorizzazione delle sue risorse, ponendosi quale fattore
abilitante di processi di innovazione e sviluppo sostenibile,
sia sul piano tecnologico e imprenditoriale che in termini
occupazionali".
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