"Il 25 novembre, la Giornata
internazionale per l'eliminazione della violenza contro le
donne, sia l'occasione per schierare senza se e senza ma le
Istituzioni nel contrasto a questo terribile fenomeno, purtroppo
in crescita". Così i consiglieri di minoranza Simona Meloni,
Tommaso Bori, Fabio Paparelli e Michele Bettarelli (Partito
democratico), Andrea Fora (Patto civico per l'Umbria), Thomas De
Luca (Movimento cinque stelle), Vincenzo Bianconi e Donatella
Porzi (Gruppo misto), firmatari di una mozione depositata
all'Assemblea legislativa e che "impegna la Giunta regionale ad
intervenire affinché vengano elargiti i fondi necessari a
evitare la chiusura dei centri antiviolenza e a lavorare per
potenziare le strutture e i servizi per le vittime di violenza.
Un documento - spiegano - che vogliamo proporre anche in tutti i
Consigli comunali".
"La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza
contro le donne - dicono i consiglieri, secondo quanto riferisce
una nota della Regione - è una ricorrenza istituita
dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha invitato i
governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a
organizzare, ogni 25 novembre, attività volte a sensibilizzare
l'opinione pubblica sul problema della violenza. Il fenomeno,
nonostante gli sforzi, manifesta però una preoccupante tendenza
all'aumento, andando ad incidere sulla libertà, la dignità e
l'autostima delle vittime".
"L'Umbria - continuano i consiglieri di minoranza - è stata
sempre all'avanguardia sul tema. Dal 1989, per esempio, è attivo
il 'Telefono donna', gestito dal Centro per le pari opportunità
regionale. La legge regionale n.14 del 2016 istituisce il
'Sistema regionale dei servizi di contrasto della violenza di
genere' all'interno del quale sono previsti Centri antiviolenza,
la Rete di prevenzione e contrasto e la sottoscrizione di
protocolli".
"Da oltre due mesi però - continuano i consiglieri - i servizi e
gli orari del centro antiviolenza Bellini di Perugia sono stati
drasticamente ridotti del 40 per cento a causa della mancata
erogazione di fondi da parte del Comune di Perugia. Già da
agosto inoltre, è stato del tutto sospeso il servizio di pronta
emergenza dedicato, pensato per rispondere nell'immediato alle
situazioni di allarme che negli anni le operatrici del centro si
sono trovate diverse volte a dover gestire. Il centro
antiviolenza, dunque, pur erogando servizi essenziali a donne e
minori in pericolo, rischia di dover interrompere la sua
attività, ad oggi garantita solamente grazie alla coscienziosa
attività di volontariato delle operatrici che stanno continuando
a lavorare a pieno ritmo, pur senza stipendio, da ormai più di
otto mesi. La determinazione dirigenziale per l'assegnazione del
finanziamento del Cav c'è ma tali risorse possono essere
liquidate previa sottoscrizione con il Comune di Perugia di
apposito 'Accordo di collaborazione per la gestione del sistema
territoriale dei servizi per la prevenzione e il contrasto del
fenomeno della violenza nei confronti delle donne' , ma che alla
data di oggi il Comune di Perugia non ha inviato".
"Ripetute - sottolineano ancora i consiglieri regionali di
minoranza - sono anche le problematiche legate all'erogazione
dei fondi da parte delle Istituzioni ai centri antiviolenza. Da
considerare poi che il regolamento regionale sottoscritto e
firmato da Regione e Comuni nel 2021 ha di fatto mandato in
stallo totale il settore mettendo a rischio la sopravvivenza dei
centri, tanto che a luglio 2022 solo due Cav in tutta l'Umbria
avevano l'autorizzazione alla gestione dei servizi. La necessità
sarebbe invece quella di investire. Altre Regioni (ad esempio il
Veneto) hanno investito in maniera molto decisa garantendo e
potenziando i servizi attraverso il finanziamento di azioni e
interventi atti a prevenire e contrastare la violenza contro le
donne e a sostegno delle vittime di tali reati".
"In questo quadro - concludono i consiglieri di opposizione - il
nostro documento chiede impegni precisi e tangibili. Serve
infatti intervenire affinché vengano finalmente elargiti i fondi
necessari ad evitare la chiusura dei Cav di tutto il territorio
regionale, a partire dal 'Doriana Bellini' di Perugia.
Necessario sostenere, garantire ed assicurare la continuità e
l'affidabilità del servizio dei centri antiviolenza attraverso
lo stanziamento di fondi pluriennali e la previsione di
ulteriori risorse da destinare al loro funzionamento, così come
va sostenuto e potenziato il servizio di presa in carico,
accoglienza e reinserimento psicologico, sociale e lavorativo
dei soggetti vittime di violenza fisica o psicologica. Da non
sottovalutare gli aspetti legati all'autonomia economica e
psicologica delle vittime di violenza. Per una completa azione,
imprescindibile è la promozione, nel settore della comunicazione
e dei nuovi media, di campagne informative e di
sensibilizzazione, anche nelle scuole".
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