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In Seconda commissione audizione su identificazione bovini

In Seconda commissione audizione su identificazione bovini

Condivise da tutti i soggetti le criticità riscontrate

PERUGIA, 19 luglio 2024, 17:16

Redazione ANSA

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"L'identificazione dei bovini allevati con modalità all'aperto o di carattere estensivo mediante bolo ruminale crea difficoltà oggettive a livello gestionale dell'animale. Tuttavia rispetto all'imbolatura le Regioni non possono derogare in quanto si tratta di normativa a carattere nazionale": è quanto sostanzialmente emerso dall'audizione di oggi in Seconda commissione, presieduta da Valerio Mancini sulle "nuove modalità di identificazione degli animali da allevamento", a cui sono state invitate associazioni agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura), di allevatori e responsabili del sistema sanitario regionale.
    Condivise da tutti i soggetti auditi - si legge in una nota di Palazzo Cesaroni - le criticità riscontrate nell'applicazione e nell'adeguamento al nuovo sistema di identificazione nella specie bovina. Rispetto al bolo endoruminale sono stati sottolineati i rischi per l'incolumità degli operatori, in particolare nel caso di bovini al pascolo, ma non solo, anche rischi per la salute ed il benessere dell'animale poiché necessitano sistemi di cattura per provvedere all'applicazione del bolo. Sono state rimarcate inoltre altre criticità rispetto all'utilizzo di questo strumento.
    Tra le proposte alternative al bolo endoruminale, il tag auricolare che "garantirebbe una serie di vantaggi quali, tra gli altri, una maggiore facilità di applicazione, maggior benessere dell'animale, facilità di identificazione del capo, eliminazione della necessità di acquistare e trasportare attrezzature e macchinari destinati alla cattura degli animali".
    I rappresentanti del sistema regionale della sanità animale, dopo aver spiegato la materia e risposto ad alcune domande, hanno assicurato la "disponibilità per portare la problematica al livello ministeriale".
    Thomas De Luca (M5S) ha proposto di approfondire la problematica in Commissione anche attraverso riferimenti specifici, a livello normativo, con altre regioni. "Non mettiamo in discussione l'importanza della tracciabilità - ha spiegato - , ma la possibilità di poter percorrere strade alternative rispetto all'identificazione dell'animale". De Luca ha chiesto anche di verificare lo stato d'attuazione della Risoluzione approvata all'unanimità dall'aula ad inizio dello scorso mese di marzo circa "Provvedimenti a tutela e sostegno del settore agricolo umbro". Sulla stessa linea il consigliere Michele Bettarelli (Pd) che dopo aver auspicato una semplificazione delle procedure ed un documento condiviso della Commissione da portare in Aula, ha sottolineato la "necessità di capire la messa a terra di quanto l'Assemblea legislativa ha approvato a marzo rispetto agli interventi necessari per rispondere alle molteplici criticità del mondo agricolo".
    Anche per Manuela Puletti (Lega) è importante "intervenire con ogni mezzo normativo possibile rispetto alle modalità di identificazione degli animali" e Vincenzo Bianconi (Misto) ha auspicato "il buon senso per percorrere la strada migliore poiché a livello nazionale è stata scelta una modalità di difficilissima applicazione". Per il presidente Mancini è stato "molto importante quanto ascoltato. Tutti hanno concordato che le procedure previste dai regolamenti europei o dalle normative nazionali mettono in difficoltà il sistema degli allevamenti non solo in Umbria, ma anche in altre regioni italiane. Questa Commissione, per prima in Italia, solleva questo problema che essendo di ambito nazionale dovrà trovare accoglimento anche e soprattutto nei superiori livelli istituzionali".
   

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