La sala dei Notari di Perugia ha
ospitato il primo di tre appuntamenti promossi dalla Regione
Umbria e dalla Garante dell'infanzia e dell'adolescenza
regionale, Maria Rita Castellani, che riguardano il diritto dei
bambini ad avere una famiglia e crescere in ambienti educativi
sani. Adozione, affido familiare e il programma di intervento
per la prevenzione all'istituzionalizzazione dei minori
(progetto Pippi) sono le tre macro aree oggetto di
approfondimenti, studio e condivisione delle buone prassi che
iniziano oggi e proseguiranno nei prossimi mesi. L'adozione è il
tema affrontato nella giornata odierna. Proprio il mese di
novembre, che dal 1989 è dedicato internazionalmente ai diritti
dell'infanzia, si è celebrato il ventennale dell'attivazione dei
centri adozioni nei comuni e nelle zone sociali dell'Umbria. Un
periodo - spiega un comunicato della Regione - adeguato a una
valutazione complessiva delle attività svolte nei territori.
Durante la giornata di studio, dopo i saluti istituzionali
affidati al direttore regionale Salute e Welfare, Massimo
D'Angelo, e alla Garante per l'infanzia e adolescenza, Maria
Rita Castellani, le professioniste e i professionisti attivi nei
procedimenti di formazione e valutazione delle coppie che hanno
fatto richiesta di adozione, hanno avuto modo di raccontare luci
e ombre dei percorsi burocratici e relazionali relativi alla
genitorialità adottiva in Umbria. Valutazioni che si sono poi
connesse con le attività del Tribunale per i minorenni di
Perugia, rappresentato dalla dottoressa Giuseppina Arcella.
Racconti ed esperienze che hanno trovato una sintesi nelle
parole del prof. Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta,
che durante la presentazione del suo libro "La sfida
dell'adozione. Cronaca di una terapia riuscita" ha messo in luce
le risorse della famiglia adottiva soprattutto nei momenti crisi
attraverso la rielaborazione clinica dei traumi. Un percorso
spesso "a ostacoli" che ribadisce il valore, l'importanza e la
complessità di un passaggio di consegne da chi non ce la fa a
esercitare la genitorialità a chi invece aspira a una
responsabilità così profondamente umana come amare e crescere un
figlio. Infine, nel pomeriggio, un focus sull'inserimento dei
minori adottati all'interno delle istituzioni scolastiche e la
diffusione di uno specifico protocollo di intesa per la
promozione del benessere dei bambini e delle bambine adottati
nella scuola, alla presenza di rappresentanti dell'Ufficio
scolastico regionale e la responsabile regionale per gli aspetti
socio assistenziali in materia di tutela dell'infanzia, Susanna
Schippa. "La sensibilità verso il diritto dei bambini ad avere
una famiglia - spiega la Garante per l'Infanzia e l'adolescenza,
Maria Rita Castellani -, è l'espressione autentica dell'amore
genitoriale. Siamo genitori putativi sempre, anche con figli 'di
pancia', perché li cresciamo per la comunità non per noi stessi.
Il processo di educazione - prosegue la Castellani - è la sfida
ed è faticosa ma ci fa crescere insieme a loro. La devianza
minorile spesso è proprio il frutto della carenza di attenzioni
in famiglia, di affetto e di una comunità educante. È
l'accoglienza a fare la differenza. Il rapporto tra accoglienza
ed educazione - sottolinea la Garante - è strettissimo e la
qualità della relazione è importantissima per accogliere la
fragilità. La relazione - conclude - è la dimensione della
felicità e non si può essere felici se soli. Il potere
dell'accoglienza è la vera libertà ed è gratuita".
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