Con Decreto del segretario
generale numero 258 del 23 novembre, l'Autorità di bacino
distrettuale dell'Appennino centrale ha approvato la
ridefinizione delle aree a pericolosità e rischio di esondazione
del Piano di assetto idrogeologico del fiume Tevere "all'interno
dell'importante contesto idrografico del fiume Nera nella conca
ternana". Un provvedimento illustrato in una conferenza stampa a
Terni con l'assessore regionale Enrico Melasecche, la presidente
della Provincia Laura Pernazza e Marco Casini, segretario
generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino
centrale
L'aggiornamento riguarda il tratto idrografico tra il ponte
delle Marmore (statale 79 bis) e il ponte della 3 bis, per
un'estensione pari a circa 12 chilometri e comprende, in
particolare, il tratto urbano del comune di Terni dove negli
ultimi anni sono stati realizzati, da parte del Consorzio di
bonifica Tevere Nera, diversi interventi di mitigazione del
rischio idraulico volti a fronteggiare potenziali scenari
d'esondazione. La revisione delle mappe di pericolosità e di
rischio è stata resa possibile - è stato spiegato - grazie
all'acquisizione di nuovi rilievi topografici e studi
idrologico-idraulici di dettaglio condotti dall'Autorità di
bacino in stretta collaborazione con la Regione Umbria e il
Consorzio di Bonifica Tevere Nera utilizzando le più avanzate
tecnologie oggi disponibili quali droni, lidar e software di
modellazione e simulazione idraulica di ultima generazione. Il
nuovo quadro conoscitivo costituirà un riferimento "essenziale"
per le conseguenti azioni di tutela, pianificazione e
programmazione del territorio.
Attualmente sono in corso ulteriori specifiche attività di
studio ed aggiornamento su vari contesti del reticolo
secondario, comprendenti i torrenti Stroncone, Tarquinio,
Tescino e Pacce ricadenti nel Comune di Terni, con particolare
riferimento ai tratti delle confluenze col fiume Nera al fine di
rappresentare le particolari connessioni ed interferenze
idrauliche.
L'Assessore regionale Enrico Melasecche, con delega alla
Mitigazione del Rischio Idrogeologico e Sismico, sottolinea
"l'assoluta importanza di questo risultato". "Perseguito con
tenacia - ha aggiunto - da quattro anni dalla attuale giunta
regionale, obiettivo atteso da decenni dal territorio,
soprattutto da centinaia di imprese che insistono nei 12
chilometri interessati dalla realizzazione degli argini e delle
altre opere idrauliche realizzate nel tempo. Abbiamo incontrato
nei primi due anni notevoli difficoltà nel perseguire questo
obiettivo che è diventato possibile grazie alla intensa
collaborazione instaurata poi con la nomina dell'attuale
segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale
dell'Appennino centrale Prof. Marco Casini, proseguendo la
collaborazione con il Consorzio Tevere Nera, grazie all'impegno
del Servizio regionale e dei suoi tecnici. Ma l'impegno della
Regione non finisce qui, perché l'incarico di progettazione
degli argini e delle altre opere idrauliche ad oggi mancanti
lungo tutto il tratto residuo del Fiume Nera è volto al
conseguimento di un rilevante finanziamento di circa 40 milioni
dal Ministero dell'Ambiente per porre l'intera Conca ternana fin
dai prossimi anni fuori dal rischio di esondazione grazie alla
collaborazione oggi esistente con l'Autorità di bacino".
"L'aggiornamento continuo del quadro conoscitivo delle aree
di pericolosità e di rischio costituisce oggi più che mai
un'attività indispensabile per una pianificazione territoriale
che possa coniugare in modo efficace difesa ambientale, gestione
sostenibile delle risorse e sviluppo economico e culturale" ha
affermato Casini. "A tal fine - ha proseguito - l'Autorità, a
partire proprio dal fiume Nera, ha avviato un intenso programma
di revisione dei quadri conoscitivi dei principali bacini
idrografici del distretto mediante rilievi topografici ad
elevata risoluzione, approfondite indagini idrologiche delle
portate attese e simulazioni idrauliche degli scenari di
propagazione ed esondazione con possibilità di restituzione dei
risultati anche in realtà virtuale. Le attività in programma,
che riguarderanno anche l'assetto delle coste e delle opere di
protezione dei litorali, consentiranno di raggiungere una
conoscenza più profonda dei fenomeni in essere, inclusi quelli
dovuti al cambiamento climatico, e di aumentare le capacità di
previsione al fine di poter mettere in atto azioni efficaci di
prevenzione, mitigazione e adattamento".
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