"Puntiamo a realizzare una sanità
di territorio vera, che garantisca l'emergenza urgenza ed anche
la sanità programmata": lo ha detto la presidente della Regione
Donatella Tesei in Assemblea legislativa. Dove è intervenuta nel
corso del dibattito al termine del quale è stata respinta una
mozione su "ospedale 'San Matteo degli infermi' di Spoleto e
terzo polo ospedaliero regionale" presentata dai consiglieri di
minoranza.
"Accade di nuovo - ha detto Tesei - che si grida allo
scandalo umbro senza considerare il contesto nazionale. La
situazione non era idilliaca nemmeno prima di questa Giunta.
Abbiamo il dovere di fare chiarezza. C'è un problema grave di
de-natalità e questo causa la riduzione dei punti nascita. Ci
mettiamo a fare la guerra a Orvieto e a Branca per preservare
Spoleto, senza tenere in considerazione i parametri nazionali.
Servono strutture adeguate per i pazienti con patologie
croniche legate all'età, che oggi finiscono all'interno degli
ospedali. Dobbiamo ricostruire la sanità territoriale e creare
le reti. Il Terzo polo Foligno-Spoleto è una necessità non
rinviabile per mantenere due Dea di primo livello. Puntiamo a
realizzare una sanità di territorio vera, che garantisca
l'emergenza urgenza ed anche la sanità programmata. Spoleto
diventerà un punto di riferimento per gli interventi
programmati, quelli che oggi alimentano le liste di attesa. Non
si può fare tutto dappertutto e farlo bene. Ci sono standard da
rispettare. Nella Commissione tecnica per l'integrazione delle
strutture di Spoleto e Foligno c'erano rappresentanti anche del
Comune di Spoleto, che hanno lavorato nell'interesse di quella
comunità. Anche il sindaco di Spoleto, durante la seduta
pubblica, si disse favorevole a questa soluzione. Ora, dopo il
parere del ministero, parte il cronoprogramma che vedrà i due
presidi avere propri dirigenti, con autonome direzioni di
presidio e tutto quello che occorre per raggiungere gli
obiettivi fissati. L'ospedale di Spoleto ha bisogno di
investimenti. A breve arriverà l'acceleratore lineare nuovo
mentre il vecchio non aveva neppure l'autorizzazione del vigili
del fuoco. Servirà anche di intervenire per l'adeguamento
sismico. La ricostruzione di Cascia e Norcia è iniziata solo con
la mia Giunta. Ci sarà l'elisoccorso, proprio per superare le
difficoltà di collegamento per le patologie tempo dipendenti.
Ogni giorno i sindaci vengono a confrontarsi sulle difficoltà
dei territori e della sanità. Come quelle del nuovo ospedale di
Narni, per il quale non era prevista nemmeno una strada di
accesso. Inutile lamentare le carenze strutturali della sanità
umbra oggi, sarebbe stato necessario agire 30 anni fa. Sono
pronta a confrontarmi con tutti gli interessati sul futuro della
sanità di quell'area".
"Non c'è nessuna volontà di depotenziare i servizi sanitari"
ha affermato l'assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. "In
Italia - ha ricordato - mancano gli infermieri e si registra una
mancanza cronica di medici, nonostante l'aumento delle borse di
studio. Per preparare dei medici ci vogliono però 5-6 anni. Nel
2025 ci sarà il massimo dei pensionamenti dei dirigenti medici e
quindi saremo ulteriormente in difficoltà. Sarà quindi
necessario efficientare tutti i servizi. Questo però non
significa chiuderli. Per il Punto nascita avevamo chiesto la
deroga ma ci è stato negato. Il reparto di ginecologia non è
stato chiuso ma solo spostato di piano. Il Terzo polo segna solo
l'integrazione funzionale di due presidi, non c'è un codice
unico, e di 5 strutture ospedaliere: Foligno e Spoleto Dea di
Primo livello, Norcia, ospedale di base per acuti, Trevi e
Cascia ospedali riabilitativi. Più del 90% delle operazioni
chirurgiche sono programmate. L'ambito più appropriato per la
chirurgia di emergenza è sicuramente Foligno. Le strutture
complesse erano già uniche e inserite nella dgr 212/2016 ed
erano state accorpate. Vengono accorpate a Foligno, in una unica
struttura complessa, cardiologia, ostetricia, ginecologia,
anestesia e rianimazione. Restano a Spoleto le strutture
semplici, con un responsabile, un 'vice primario' che risponde
di queste strutture. Non si tratta quindi di un depotenziamento.
A Spoleto vengono accorpate in una unica struttura complessa
ortopedia, traumatologia e radiologia con attivazione di
strutture semplici a Foligno in coerenza con la mission di
struttura per le attività programmate. Vengono mantenute e
potenziate tutte le attività ambulatoriali di entrambi gli
ospedali. L'integrazione funzionale permette sedi fisiche con i
requisiti e il personale per garantire le attività preposte,
strutturando idonei percorsi di presa in carico, indirizzando il
paziente al setting assistenziale adeguato. L'ospedale di
Spoleto mantiene la qualifica di Dea di Primo livello, integrato
funzionalmente con Foligno. Rispetto all'unità di terapia
intensiva cardiologica, Spoleto non raggiunge il volume minimo
di attività per la cura dell'infarto miocardico e la
programmazione indirizza a Foligno la gestione delle emergenze
cardiologiche. La riabilitazione cardiologica e le attività di
cardiologia programmate restano invece a Spoleto, che manterrà
il relativo reparto. Il numero minimo di parti annui è di 500,
obiettivo che invece a Spoleto non è stato raggiunto, nonostante
gli interventi regionali per il sostegno alla natalità.
L'obiettivo primario per le situazioni tempo dipendenti è di
garantire l'assistenza sanitaria in sicurezza per i pazienti.
Tutto ciò per rispettare gli standard e gli obiettivi nazionali,
garantendo risposte assistenziali congrue, un approccio di cura
omogeneo, una presa in carico adeguata. A breve entrerà in
vigore un regolamento ospedaliero sulle sale operatorie affinché
vengano rispettate tempistiche ottimali in ogni presidio".
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