Bernie Sanders infiamma Manhattan e gioca la carta del Vaticano

Ma prima l'ultima sfida in tv con Hillary in vista voto New York

Ugo Caltagirone - Gina Di Meo

Come una rock star: Bernie Sanders dal palco di Washington Square infiamma la notte newyorchese. Ad acclamarlo sono decine di migliaia di persone, almeno 30 mila. E un bagno di folla cosi' nel cuore di Manhattan non si vedeva da tempo. Dalla visita di Papa Francesco, lo scorso settembre.

Sara' un caso, ma il senatore democratico che punta alla Casa Bianca e predica una moralizzazione della politica e dell'economia e' in partenza proprio per il Vaticano, per partecipare e intervenire a un evento organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Insieme a lui ci saranno anche Rafael Correa, presidente dell'Ecuador, ed Evo Morales, presidente della Bolivia.

Per Bernie - a pochissimi giorni dalle primarie democratiche di New York - e' un'occasione imperdibile per 'guadagnare punti' e tentare di allineare la sua visione a quella di un Pontefice che tanta popolarita' riscuote anche negli Stati Uniti. E alla vigilia del viaggio verso Roma Sanders non esita a sottolineare come i temi al centro della sua campagna elettorale (e che saranno al centro del suo intervento in Vaticano) siano decisamente in sintonia con quanto predica Papa Francesco: basta all'idolatria del denaro, che porta anche alla corruzione della politica, e basta alle diseguaglianze, con la necessita' di una robusta iniezione di moralita' soprattutto nel settore finanziario. Perche' - afferma il senatore - non e' morale una economia in cui cosi' tanta gente e' costretta a vivere ancora in poverta'.

Una scommessa quella di Sanders, per il quale - non nascondono nel suo entourage - il vero colpo sarebbe un vero e proprio faccia a faccia col Papa. "Non mi risulta che ci sarà un incontro", ha spiegato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. E si sa come Bergoglio sia restio a farsi coinvolgere in situazione che possano essere strumentalizzate politicamente.

Ma per Bernie anche un saluto veloce, uno scatto da consegnare ai media mondiali, sarebbe gia' un grandissimo risultato. Prima di decollare per l'Italia Sanders deve pero' fare i conti con la rivale Hillary Clinton nell'ultimo duello tv prima del voto newyorchese di martedi' prossimo. Una prova non facile da superare e che non puo' assolutamente sbagliare, visto che i sondaggi danno sempre la ex first lady nettamente in vantaggio.

Ma una prova che Sanders affronta sull'onda dell'entusiasmo trasmessogli dalla marea umana di Washington Square. Con Bernie sul palcoscenico il regista Spike Lee. Un'ora di comizio con alle spalle, sullo sfondo, il World Trade Center, simbolo del potere delle grandi corporation americane contro cui il senatore si batte, scandendo a chiare lettere: "Basta con lo status quo", si' a una rivoluzione politica che rimetta al centro le persone. "Il cambiamento vero - tuona Sanders - non e' mai dall'alto verso il basso, ma dal basso verso l'alto". "Obama - spiega all'ANSA Tomek Smolarski, di origini polacche - all'epoca ha rappresentato un cambiamento. Ma Sanders e' più' radicale e mi piacciono le sue idee di andare contro le grandi societa' e la disparita' sociale che esiste in questo paese". Tra la folla anche studenti di liceo. Loro ancora non votano ma, nonostante gli oltre 50 anni che li separano da Sanders, vedono in lui un futuro in cui credere. "Vogliamo un paese dove tutti possono studiare - hanno detto Tabatha, Andrea, Sarah e Kelvin, che frequentano a Manhattan la 'School of the Future' specializzata in studi sociali - dove non esistono razzismo, incarcerazione di massa' e leggi contro l'immigrazione".

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