Eleggere Donald Trump presidente Usa, "nominarlo nostro commander in chief sarebbe un errore storico". Così Hillary Clinton sferra il suo duro attacco, il più energico fino ad ora, contro il rivale repubblicano, additandolo come un pericolo per la sicurezza dell'America e del mondo, con quelle sue idee "pericolosamente incoerenti". Lui, dice, che l'America non la "capisce. Non capisce il mondo", mentre la scelta a novembre "è tra un'America impaurita, meno sicura e una America forte che tiene il suo popolo al sicuro". Hillary decide di parlare sfidando adesso il rivale sulla politica estera. Lo prende di petto per 'smascherare' il pericolo che a suo avviso si correrebbe nel consegnare le sorti dell'America, della sua posizione nel mondo, alla visione firmata Trump.
E rilancia così la sua sfida al tycoon di New York e la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti dopo che da settimane gli occhi sono rimasti incollati sull' esuberante candidato repubblicano in pectore, per le sue uscite sopra le righe, come per quegli 'indici di gradimento' che non accennano a calare e che promettono uno showdown con la ex first lady senza esclusione di colpi. Eccola quindi la 'dottrina Hillary' scandita punto per punto nell'atteso discorso pronunciato a San Diego, in California, dove il prossimo martedì 7 giugno si terrà l'ormai ultimo appuntamento con le urne che può incidere sulla corsa. La frontrunner democratica vuole tracciare una linea chiara tra la sua concezione dell'America nel mondo e quella proposta dal candidato repubblicano, facendo leva sulla sua esperienza e capacità di giudizio - da ex first lady, ex senatrice, ex segretario di Stato - per dimostrare in definitiva che Trump "non solo è impreparato, ma è per temperamento inadeguato", decisamente "non colui a cui affidare" i codici di lancio nucleari. E sferra l'offensiva contestando la convinzione espressa da Trump, secondo cui è il momento di rivedere il ruolo degli Usa nella Nato; la proposta di lasciare che Giappone, Corea del Sud e Arabia Saudita si dotino dell'arma nucleare; l'intenzione di costruire un muro al confine con il Messico, quella di bandire l'ingresso dei musulmani negli Stati Uniti e di ricorrere alla tortura contro terroristi.