Il loro candidato, Gary Johnson, non li convince. Su Donald Trump sono scettici. Ma una cosa unisce i libertari indecisi: ''Non vogliamo Hillary Clinton''. Consapevoli che il loro partito e' solo un piccola minoranza, i libertari di New York puntano a farlo diventare una minoranza che conta, almeno agli occhi di repubblicani e democratici. E se non a queste elezioni almeno alle prossime. Con i sondaggi ravvicinati, infatti, il loro obiettivo e' quello di affermarsi come 'determinanti' per spostare l'ago della bilancia da una parte o dall'altra, e spingere i due grandi partiti a considerarli essenziali per la vittoria. Riuniti al Soho Forum di New York, un centinaio di libertari si confrontano su come comportarsi ai seggi. Appartengono a tutte le fasce di età e di estrazione sociale: dai manager agli studenti, dagli hipster ai new normal. Un incontro di due ore per schiarirsi le idee a pochi giorni dal voto. Assistono al dibattito fra l'economista teorico dell'anarco-capitalismo Walter Block, e il giornalista e commentare politico Nick Gillespie. Block e Gillespie rappresentano idee diverse: Block chiede ai libertari di votare per Trump, almeno negli swing state. Gillepsie spiega il perche', di fronte a tutto e soprattutto di fronte a due ''orribili candidati'', e' necessario votare il libertario Johnson. ''Hillary sarebbe il presidente piu' corrotto, quello piu' corrotto in modo trasparente'' afferma il comico libertario Dave Smith. ''E' necessario votare Trump perche' con Hillary ci sara' la terza guerra mondiale. E' vero le idee di Trump sono deboli sugli scambi commerciali e sull'economia, ma Hillary non e' meglio'' gli fa eco Block. Ma Gillepsie non ci sta: ''Trump e' un razzista protezionista. Parla sempre al passato come Hillary. Sono baby boomers che cercano di tornare al passato. Sono il vecchio'' spiega Gillepsie, convinto che chiunque dei due sara' eletto avrà un rapporto talmente negativo con il Congresso, che alla fine ''sarà positivo'' per gli americani. Lo scambio di opinioni va avanti per un'ora, poi la parola passa al pubblico. Ad avvicendarsi al microfono sono in gran numero gli intenzionati a votare per Trump. L'idea e' che in un'elezione cruciale come questa e' ''responsabile'' scegliere fra i candidati dei due maggiori partiti. E la scelta e' per Trump perche' le politiche economiche repubblicane favoriscono l'economia, e perche' in ogni caso chiunque, anche Trump, e' meglio di Hillary. Il confronto, partito con il voto alla domanda 'Un libertario dovrebbe votare Trump?', si chiude con la vittoria del 'si''. Ovvero, votare il tycoon per evitare che un Clinton, in questo caso Hillary, torni alla Casa Bianca.