Uno schiaffo alla Cia, per le sue accuse "ridicule" sulle interferenze russe nelle presidenziali, e uno a Pechino, che deve aprire sul commercio e altri dossier se vuole che gli Usa restino vincolati al riconoscimento di una sola Cina. E' l'ultima offensiva lanciata da Donald Trump in una intervista alla Fox, dove ha annunciato anche decisioni a breve sull'accordo climatico di Parigi, che ''non deve penalizzare le aziende Usa'', e l'intenzione di affidare la gestione dei suoi affari ai suoi tre figli maggiori per evitare conflitti di interesse. Suspence invece sul futuro capo della diplomazia, indicato da tutti i media come un 'amico di Putin': ''che io lo scelga o meno come segretario di Stato, Rex Tillerson, presidente e Ceo di Exxon Mobil, è un player di classe mondiale e uno che sa fare affari. Rimanete sintonizzati", ha twittato dopo le indiscrezioni di stampa che avrebbe deciso di nominare Tillerson per guidare Foggy Bottom. Ma l'attenzione principale resta puntata sugli sviluppi delle accuse della Cia alla Russia di aver tentato di favorire con i suoi hackeraggi l'elezione di Trump. "Non ci credo, e' ridicolo", ha risposto il tycon, accusando i democratici di usare questa vicenda come un'altra giustificazione per la sconfitta di Hillary Clinton. Ieri il suo transition team era stato molto piu' pesante, ricordando che i dirigenti della Cia che accusano Mosca "sono gli stessi che avevano accusato falsamente Saddam Hussein di avere armi di distruzione di massa". Una posizione che mette Trump in aperta rotta di collisione con l'Agenzia di intelligence, anche se presto il nuovo capo Mike Pompeo, da lui nominato, potra' 'normalizzarla'. Ma il ''Russia gate'', che rischia di delegittimare o macchiare in qualche modo l'elezione di Trump, sta gia' creando divisioni anche tra lui e il suo partito. ''I fatti sono lì'', ha sottolineato il senatore repubblicano John McCain, ex candidato presidenziale, invitando Trump ad accettare la conclusione della Cia. McCain e' inoltre tra i firmatari di una iniziativa bipartisan al Congresso per ''indagare e fermare la grave minaccia che i cyber-attacchi condotti da governi stranieri pone alla nostra sicurezza nazionale''. Nella sua intervista alla Fox, il presidente eletto ha minacciato inoltre la Cina di rovesciare la linea seguita per oltre quarant'anni dagli Usa di riconoscere 'una sola Cina', ossia il governo di Pechino, rigettando così le aspirazioni indipendentiste di Taiwan. ''Non capisco perchè dobbiamo essere legati alla politica di 'una sola Cina' , a meno che non si facciano accordi con la Cina su altre cose, ad esempio il commercio'', ha ammonito, criticando la Cina per la sua politica valutaria, le sue attivita' nel Mar cinese meridionale e per la sua posizione sulla Corea del nord. Trump ha difeso anche la telefonata ''molto cordiale'' ricevuta dalla presidente di Taiwan ma criticata da Pechino: ''non voglio che la Cina mi dia ordini''. Sul fronte internazionale Trump ha promesso anche di voler riesaminare meglio l'accordo di Parigi, che non deve mettere gli Usa in una situazione di ''svantaggio competitivo con altri Paesi'', come la Cina. E ha ribadito il suo scetticismo sul climate change: "nessuno realmente sa". Decisioni a breve anche sugli oleodotti Keystone e Dakota. ''Non voglio demolire l'eredita' di Obama, voglio solo cio' che e' giusto'', ha assicurato, sottolineando poi in un tweet di avere divergenze con lui ma anche di andarci ''molto d'accordo''. Infine il capitolo conflitto di interessi, che ha promesso di risolvere affidando la gestione dei suoi affari ai tre figli maggiori e ai manager. 'Ho gia' rifiutato sette accordi con un grande player la scorsa settimana perche' pensavo che potessero essere percepiti come un conflitto di interesse'', ha aggiunto. Media ed esperti ritengono tuttavia che per evitare conflitti di interesse Trump dovrebbe vendere o cedere il suo impero ad un blind trust senza la partecipazione dei figli, che peraltro sono anche nel transition team.