Alla Russia "non interessa" chi vincerà la corsa alla Casa Bianca. Attraverso la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, Mosca ha ribadito ancora una volta la linea ufficiale, aggiungendo anche un tocco di sarcasmo: "Auguriamo al popolo americano di superare la crisi della democrazia e la divisione della società", ha affermato la portavoce.
Ma dietro questa ostentata indifferenza è lecito pensare che anche al Cremlino si respiri un clima di attesa per le sorti di una competizione che potrebbe influire in modo significativo su rapporti bilaterali. A partire dal conflitto in Ucraina, che Mosca vede come una 'guerra ibrida' contro la Russia condotta da Washington.
Quando in corsa per i democratici era ancora il presidente uscente Joe Biden, Vladimir Putin aveva detto che era lui il suo preferito, in quanto "più esperto e più prevedibile" rispetto a Donald Trump. "Un politico della vecchia scuola", lo aveva definito. Qualità effettivamente più in linea con la tradizione politica russa, che potrebbe trovare difficoltà nell'adeguarsi agli scarti improvvisi del tycoon, specie quando sono in gioco i rapporti tra le due maggiori potenze nucleari del Pianeta. Il Cremlino fa inoltre notare che negli anni della sua presidenza Trump non ha dato prova di particolari simpatie per Mosca, adottando il maggior numero di sanzioni contro la Russia rispetto a tutti i suoi predecessori.
Putin, tuttavia, ha mostrato un'apertura di credito improvvisa per Trump quando, parlando il 22 ottobre in chiusura del vertice dei Brics a Kazan, ha definito "sincere" le sue promesse di mettere fine in breve tempo al conflitto in Ucraina.
Se ciò potrebbe avvenire alle condizioni auspicate dalla Russia è tutto da vedere. Mosca ha detto più volte che una pace negoziata deve rientrare in accordi complessivi riguardanti l'architettura della sicurezza in Europa. E a questo tavolo - che alla Casa Bianca sieda Trump o Kamala Harris - vuole trattare con Washington con pari dignità. "La nostra posizione - ha ribadito oggi il ministro degli Esteri Serghei Lavrov - è ben nota: siamo pronti a un dialogo su un piano di eguaglianza se e quando la parte americana dimostrerà l'intenzione di negoziare correttamente, basandosi sul riconoscimento degli interessi russi e sul principio di reciprocità".
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