"Io non sono mai stato, non sono e non sarò mai un 'ndranghetista. A me la 'ndrangheta fa schifo".
Lo ha detto durante la seconda udienza preliminare sull'operazione Geenna contro la 'ndrangheta in Valle d'Aosta Roberto Alex Di Donato. Difeso dagli avvocati Wilmer Perga e Anna Vittoria Chiusano, è carcere dal 23 gennaio, con l'accusa di associazione mafiosa: secondo la Dda di Torino "aveva il ruolo di partecipe" del presunto locale di Aosta "in quanto si metteva a disposizione di chi svolgeva ruoli e compiti direttivi ed organizzativi, come" il ristoratore "Antonio Raso" e il fratello "Marco Fabrizio Di Donato, partecipava alle discussioni ed alle dinamiche relative ai momenti essenziali per la vita dell'associazione" e "interveniva per risolvere problemi degli altri associati" oltre a recarsi "in Calabria a portare informazioni ed 'ambasciate' necessarie per la vita del sodalizio". Da un'annotazione di pg dell'inchiesta Egomnia sulle regionali 2018 emerge che Laurent Viérin lo incontrò per chiedere voti.
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