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Coronavirus: Nas, al Père Laurent familiari fino a 30 marzo

Coronavirus: Nas, al Père Laurent familiari fino a 30 marzo

"Ma visite ad anziani vietate dal giorno 12, gestione sottotono"

AOSTA, 29 aprile 2020, 18:05

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il 30 marzo scorso una donna è entrata nel Refuge Père Laurent per fare un veloce saluto alla porta della stanza al marito, poi morto perché risultato positivo al coronavirus. Tuttavia dal 12 marzo erano state sospese le visite di conoscenti e familiari proprio a causa dell'emergenza sanitaria. Il Nas di Aosta ha raccolto la testimonianza dai registri di passaggi di consegne nell'ambito dell'indagine della procura sull'epidemia e sulle morti avvenute in alcune strutture di cura e assistenza del territorio valdostano. In questo senso, secondo gli investigatori nell'ospizio della diocesi di Aosta è sottotono la gestione degli accessi di visitatori e parenti, soprattutto per una certa permissività riscontrata fino al momento del divieto e una indulgenza registrata, almeno in un caso, sino al giorno 30.
    Dopo i Dpcm di marzo e le prime limitazioni alle visite, "in un'occasione - ricorda un'infermiera sentita dagli investigatori - c'erano numerosi parenti e mi sono rivolta alla direzione" per "segnalare la presenza di troppi parenti, ma mi è stato risposto che erano comunque in orario di visita e che per tanto andava bene". "La struttura - ha aggiunto una oss - non è dotata di un usciere o di personale addetto alla sorveglianza e pertanto quando era stata data la disposizione di accesso di una sola persona per ciascun utente, con certezza posso riferire che qualcuno si infilava comunque per far visita ai propri cari; anche per questo ci siamo lamentate".
    Il Nas ha riscontrato problemi anche per l'approvvigionamento di Dpi, alcuni dei quali monouso (una dipendente ha riferito di aver ricevuto disposizione di disinfettare un camice per poterlo riutilizzare), pur in un contesto di scarsità a livello mondiale vista l'emergenza da Covid-19. Altro problema è la riduzione del personale in servizio e la difficoltà di reperirne altro formato.
    Gli investigatori hanno sentito anche come testimoni Luca Montagnani, coordinatore sanitario per l'emergenza Covid 19 in Valle d'Aosta, Leonardo Iannizzi, direttore dei distretti 1 e 2 (Morgex e Aosta) dell'azienda Usl, e Massimo Liffredo, coordinatore del Refuge Père Laurent.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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