Il 30 marzo scorso una donna è
entrata nel Refuge Père Laurent per fare un veloce saluto alla
porta della stanza al marito, poi morto perché risultato
positivo al coronavirus. Tuttavia dal 12 marzo erano state
sospese le visite di conoscenti e familiari proprio a causa
dell'emergenza sanitaria. Il Nas di Aosta ha raccolto la
testimonianza dai registri di passaggi di consegne nell'ambito
dell'indagine della procura sull'epidemia e sulle morti avvenute
in alcune strutture di cura e assistenza del territorio
valdostano. In questo senso, secondo gli investigatori
nell'ospizio della diocesi di Aosta è sottotono la gestione
degli accessi di visitatori e parenti, soprattutto per una certa
permissività riscontrata fino al momento del divieto e una
indulgenza registrata, almeno in un caso, sino al giorno 30.
Dopo i Dpcm di marzo e le prime limitazioni alle visite, "in
un'occasione - ricorda un'infermiera sentita dagli investigatori
- c'erano numerosi parenti e mi sono rivolta alla direzione" per
"segnalare la presenza di troppi parenti, ma mi è stato risposto
che erano comunque in orario di visita e che per tanto andava
bene". "La struttura - ha aggiunto una oss - non è dotata di un
usciere o di personale addetto alla sorveglianza e pertanto
quando era stata data la disposizione di accesso di una sola
persona per ciascun utente, con certezza posso riferire che
qualcuno si infilava comunque per far visita ai propri cari;
anche per questo ci siamo lamentate".
Il Nas ha riscontrato problemi anche per l'approvvigionamento di
Dpi, alcuni dei quali monouso (una dipendente ha riferito di
aver ricevuto disposizione di disinfettare un camice per poterlo
riutilizzare), pur in un contesto di scarsità a livello mondiale
vista l'emergenza da Covid-19. Altro problema è la riduzione del
personale in servizio e la difficoltà di reperirne altro
formato.
Gli investigatori hanno sentito anche come testimoni Luca
Montagnani, coordinatore sanitario per l'emergenza Covid 19 in
Valle d'Aosta, Leonardo Iannizzi, direttore dei distretti 1 e 2
(Morgex e Aosta) dell'azienda Usl, e Massimo Liffredo,
coordinatore del Refuge Père Laurent.
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