/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Due giorni in crepaccio, "salva perché ha evitato ipotermia"

Due giorni in crepaccio, "salva perché ha evitato ipotermia"

Esperto, "da illesa ha potuto muoversi e era al riparo da vento"

AOSTA, 27 agosto 2020, 17:59

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"L'essere illesa l'ha facilitata, perché se avesse avuto un trauma e perso conoscenza l'ipotermia si sarebbe manifestata in modo più evidente", invece "in qualche modo muovendosi, mantenendo una certa attività muscolare, probabilmente è riuscita a tenere la temperatura corporea a valori non troppo bassi". Lo spiega all'ANSA il dottor Guido Giardini, responsabile dell'ambulatorio di Medicina di montagna dell'ospedale di Aosta e già presidente della Società Italiana di Medicina di montagna, in merito al salvataggio di una turista russa trovata viva dopo due giorni trascorsi in un crepaccio sul versante svizzero del massiccio del Monte Rosa.
    All'interno della fessura del ghiacciaio la donna "era al riparo dal vento" e "l'essersi fermata su un ponte di neve" ha fatto sì che non fosse "a contatto diretto con il ghiaccio, che l'avrebbe raffreddata. Magari è riuscita anche a mangiare qualcosa o a bere, anche solo la neve che si scioglieva, e quindi in qualche modo se l'è cavata". "Certo - aggiunge Giardini - che se fosse rimasta lì più di 48 ore avrebbe iniziato a perdere temperatura".
    Uno stato di ipotermia come il suo (34 gradi), "compreso tra 34,9 gradi e 32 gradi", è considerato "lieve, perché è risolvibile con il brivido, assumendo bevande calde e coprendosi". Con temperature inferiori occorre invece il trattamento "in ospedale e sotto i 30 gradi sopraggiungono le prime complicanze cardiache e neurologiche". 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza