"La verosimile permanenza della
Valle d'Aosta in zona rossa nasconde in realtà la ben più grave
inconsistenza valdostana a Roma, riassunta d'altra parte
dall'eloquente atteggiamento del presidente Lavevaz, che ha
trascorso l'intera giornata odierna - per sua stessa ammissione
- 'aspettando notizie da Roma'". Lo afferma Emily Rini,
coordinatrice regionale di Forza Italia.
"Un atteggiamento diametralmente opposto - prosegue - a quello
promosso dai governatori delle Regioni a noi limitrofe, l'amico
Alberto Cirio per il Piemonte e Attilio Fontana per la
Lombardia, già da giorni impegnati a dettare loro l'agenda al
Governo. E alla fine hanno avuto ragione, visto che i loro
rispettivi territori - pur avendo un indice Rt superiore al
nostro, come nel caso della Lombardia - sono riusciti a
retrocedere in zona arancione".
Secondo Rini "Lavevaz, dopo avere subito passivamente gli
eventi, a fine giornata ha chiesto dunque a Roma perché
"rimarremo zona rossa". Lo stesso Lavevaz che, appena qualche
ora prima, aveva affermato di essere più preoccupato dei
contenuti del prossimo Dpcm che non della permanenza della Valle
d'Aosta in zona rossa, poiché 'alla fine non cambia molto essere
in zona rossa o arancione'".
"Al di là del fatto che lo si vada a spiegare alle numerose
attività economiche ora chiuse che non cambia molto tra zona
rossa e zona arancione (e poi se non cambia nulla, perché
prendersela tanto?), - prosegue l'esponente di Forza Italia -
quello che più sorprende è che si pretenda serietà sempre dagli
altri, dopo l'incredibile girandola di dichiarazioni
contraddittorie rilasciate nel giro di appena qualche ora".
E aggiunge Rini: "La stessa serietà che ha spinto ieri qualcuno
a portare sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni l'idea di
sottoporre a tampone tutti gli sciatori e tutti i turisti in
entrata in Valle. Idea, manco a dirlo, cestinata per
direttissima perché ritenuta quantomeno bizzarra...". "Perché -
conclude - non iniziare a chiedere queste tanto attese "risposte
chiare" ai suoi compagni di giunta che sono espressione proprio
della maggioranza di governo che voi stessi appoggiate a Roma?".
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