La Corte d'appello di Torino ha revocato la condanna a sei mesi di reclusione per induzione indebita a dare o promettere utilità a carico di Martino Cossard, ex presidente della Bcc valdostana. Il provvedimento fa seguito all'annullamento senza rinvio nel gennaio scorso, da parte della Corte di Cassazione, della sentenza di condanna, datata luglio 2019, nei confronti degli altri due imputati nel processo: l'ex assessore alle Finanze della Regione Valle d'Aosta Ego Perron, che in secondo grado era stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione, e l'ex presidente della Bcc valdostana Marco Linty (sei mesi).
Secondo l'accusa i banchieri erano stati indotti alla stipulazione di un contratto di affitto di locali di proprietà di Perron (successivamente annullato per un vincolo d'uso dell'immobile) in cui trasferire la filiale della Bccv di Fénis.
In cambio l'allora assessore avrebbe sostenuto la loro candidatura ai vertici della banca alle elezioni di rinnovo del cda, nella primavera del 2015.
"L'ordinanza di revoca - fa sapere Bccv - della condanna nei confronti di Martino Cossard, che non aveva fatto ricorso in Cassazione, fa seguito, in virtù dell'effetto estensivo 'dell'impugnazione', alla sentenza della Corte di Cassazione del processo di mercoledì 13 gennaio 2021, che aveva assolto definitivamente 'perché il fatto non sussiste'" anche Linty.
Il presidente dell'istituto, Davide Adolfo Ferré, è "soddisfatto dell'esito di questa vicenda processuale che ha pesato molto anche sulla vita personale degli imputati" e sottolinea "infine, che la Bcc valdostana risponde unicamente alla Vigilanza (Bce e Bankit) ed ai propri circa 10 mila soci che ne sono i proprietari ed eleggono i propri rappresentanti in un'assemblea democratica viva e partecipata".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA