Canalizzare attraverso la
Protezione civile la disponibilità di alloggi, sfruttare il
Covid hotel per l'accoglienza e le Usca per i primi controlli
sanitari. Sono le ipotesi emerse dal tavolo di coordinamento,
riunitosi oggi per la seconda volta, attivato per il possibile
arrivo di profughi ucraini in Valle d'Aosta.
"L'idea è che il flusso degli arrivi preveda una schedatura
iniziale, per cui interverranno questura e affari di prefettura
per avere un elenco sempre aggiornato", spiega il presidente
della Regione, Erik Lavevaz. "Poi ci si occuperà
dell'attribuzione degli alloggi, sfruttando anche le rete del
sistema di accoglienza già presenti sul territorio ed
eventualmente riconvertendo anche il Covid hotel".
Dopo si dovrà "gestire il mantenimento, attraverso il terzo
settore come Croce rossa e Caritas. E si pensa di usare le Usca
per la parte sanitaria. L'idea è gestire il più possibile a
domicilio".
Per coordinare le iniziative spontanee da parte dei singoli
cittadini e gli arrivi "l'idea è canalizzare tutto, anche la
disponibilità di alloggi, verso la Protezione civile che terrà
un database. Ci sarà anche una campagna di informazione e
ipotizziamo un vademecum per dare queste informazione ai
valdostani".
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