"Speriamo che il conflitto si risolva in fretta e con una soluzione il più pacifica possibile, così da poter anche continuare una collaborazione culturale con l'Ucraina". A dirlo è Giovanni Miszczyszyn, docente del Conservatorio di Aosta e coordinatore dei "Jeudis". Di origine ucraina, per il docente l'offerta di ospitalità per due studenti ucraini lanciata dall'istituzione musicale, è un segno di speranza "perché si riesce a dare una mano in una situazione così drammatica, che colpisce una popolazione pacifica, appassionata della musica e delle arti che ha sempre messo al primo posto la pace per costruire insieme agli altri".
Una connessione fra conservatorio e Ucraina già si era creata negli anni passati: "Abbiamo ospitato una docente di fisarmonica - prosegue -. Poi però ci sono stati due anni tremendi sia per la produzione sia per la possibilità di elaborare insieme progetti. Speriamo che la connessione si possa ricreare presto".
Rispetto ai suoi parenti in Ucraina, Miszczyszyn - il cui padre nato a Leopoli era stato deportato in Russia nei Gulag, per poi scappare dalla Siberia e arrivare in Italia a combattere nella battaglia di Montecassino - non è riuscito a rintracciarli, eccetto due cugini che vivono nella parte occidentale del Paese.
"Molti lontani parenti, per paura di essere trovati, hanno cambiato nome per nascondersi".
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