Il Consiglio dell'Università "ha deciso a maggioranza di impiegare più di 600 mila euro (oltre il 75% per cento del proprio utile) in spese per la nuova sede, in particolare per le dotazioni informatiche". A dirlo è Cgil Flc, che sottolinea come "a questa scelta ha votato contro la componente accademica, compattamente, che aveva chiesto che almeno un terzo delle risorse fossero impiegate ad alleviare i pesanti tagli dell'ultimo anno su didattica, ricerca e iniziative sul territorio".
Il sindacato rileva come l'utile del bilancio 2021 sia di 800 mila euro: "Ci si potrebbe chiedere - proseguono i rappresentanti dei lavoratori - perché un ateneo sotto finanziato riesca a produrre un utile tanto significativo" con un bilancio che pareggia "intorno ai 10 milioni di euro annui".
La risposta, per Cgil è semplice: l'università "in questi anni ha chiuso corsi di laurea, ha ridotto gli studenti (scesi sotto la soglia dei 1.000, il 30% in meno di dieci anni fa), ha tagliato le assunzioni e le progressioni di carriera dei docenti (oggi ci sono solo 50 professori, ai limiti dei requisiti minimi per l'attuale offerta formativa, 20% in meno di dieci anni fa), ha diminuito le spese interne per ricerca e didattica (nel Bilancio preventivo di dieci anni fa erano previsti oltre 600 mila euro, nel 2022 sono stati ridotti a 10mila, poi portati con una variazione poco sopra i 100 mila; le risorse per le attività didattiche e di terza missione dei Dipartimento dieci anni fa erano intorno ai 60 mila euro, oggi sono intorno ai 15mila euro)". Scelte che portano a un "magico gioco schizofrenico" per cui l'ateneo è "un ente pubblico sotto finanziato" in grado di "produrre utili stratosferici" da destinare a un cantiere della Testafochi ben "lontano dal poter diventare una sede unica e un vero campus universitario".
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