C'è "l'interesse delle istituzioni
valdostane" all'ipotesi di costruzione di un'ulteriore galleria
di collegamento. Lo ha detto il presidente della Regione Valle
d'Aosta, Erik Lavevaz, a margine di un incontro con
amministratori locali e operatori economici sulle ricadute della
chiusura del traforo del Monte Bianco avvenuta dal 17 ottobre al
7 novembre scorsi (al Fréjus è passato l'88% del traffico
pesante e metà di quello leggero, al Gran San Bernardo il
restante). E' "un dossier, distinto e parallelo alla questione
delle prossime chiusure del tunnel, - ha precisato Lavevaz - su
cui siamo al lavoro anche attraverso interlocuzioni
istituzionali: su questo argomento stiamo intensificando anche
il confronto con le autorità francesi che fino ad ora hanno
espresso alcune resistenze". Lo scorso 21 novembre il presidente
di Confindustria, Carlo Bonomi, aveva espresso - "Ci sono
chiusure programmate di tre mesi all'anno per i prossimi 18 anni
-, ritenendo "necessario a questo punto mettere subito in
cantiere la seconda canna del tunnel. Ma si oppone la Francia e
allora ci viene qualche dubbio sul futuro".
Riguardo alle future chiusure prolungate "l'impatto che
preoccupa - ha spiegato Lavevaz - è quello sui territori della
regione transfrontaliera del Monte Bianco, che sarà frammentata
nella sua continuità interna a causa delle lunghe interruzioni
di circolazione nel traforo. Siamo quindi di fronte a scenari
che vanno osservati, attenzionati, per poter assumere ogni
possibile misura di mitigazione dei disagi e delle difficoltà
che potrebbero derivare". Il raddoppio del traforo è tra le
priorità del gruppo consiliare Pour l'autonomie, con cui ieri la
maggioranza regionale ha aperto un confronto per un possibile
allargamento.
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