"Una divulgazione impropria
d'informazioni riservate, che costituisce un reale affronto alle
prerogative del Consiglio regionale della Valle d'Aosta. Ci
attendiamo che tale comportamento sia prontamente censurato e
che non rimanga senza conseguenze. Chiediamo a questo punto che
gli elaborati dello studio di fattibilità siano resi
immediatamente pubblici". Così, in una nota, Piermauro Reboulaz,
presidente del Cai Valle d'Aosta, e Marcello Dondeynaz,
referente dell'associazione Ripartire dalle Cime Bianche,
intervengono sull'articolo con cui il The Telegraph ha
anticipato dettagli del contestato collegamento funiviario di
Cime Bianche, riportando inoltre alcune dichiarazioni del
presidente della Cervino spa, Federico Maquignaz.
"Mentre il Consiglio regionale è in attesa di poter
finalmente esaminare gli elaborati riguardanti la fattibilità
del propagandato collegamento funiviario nel Vallone delle Cime
Bianche, veniamo a sapere - scrivono Dondeynaz e Reboulaz - che
il presidente della Società Cervino ha pensato bene di
anticiparne i contenuti in un'intervista al quotidiano inglese
The Telegraph dello scorso 8 marzo. Apprendiamo così: che la
finalità del collegamento è di permettere a coloro che
soggiornano a Zermatt di vedere la cappella di Frachey, e di
fare una capatina al Bettaforca; che il collegamento proposto
sarebbe costituito da due tratte dal costo di 100 milioni di
euro (88 milioni di sterline); che confida nella sua
realizzabilità entro i prossimi tre anni)". A Maquignaz
suggeriscono di "utilizzare la nobile arte della cautela in
relazione a impianti funiviari vietati dalla normativa vigente".
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