Nel ricordare che la Valle D'Aosta è la più piccola regione italiana, fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi", nel suo saluto iniziale in Basilica Superiore ha sottolineato che "proprio questa piccolezza ci ricorda san Francesco che amava chiamarsi piccolino". "Con questa celebrazione - ha aggiunto - affidiamo a lui, Francesco piccolino, e a san Grato e sant'Orso, da voi venerati, la vita e le vicende di tutti coloro che abitano in Valle d'Aosta e nell'intero nostro Paese, di quanti sono nati qui e di quanti vi giungono dalle varie parti del mondo in cerca di lavoro, di pane e di pace".
"Affidiamo anche il cammino della Chiesa intera - ha detto ancora fra Moroni -, nell'ora in cui papa Francesco sta presiedendo in san Pietro la celebrazione di apertura della sessione del Sinodo dei vescovi, in questo giorno in cui egli ci farà dono della nuova esortazione apostolica, profondamente segnata dalla spiritualità francescana, sulla cura della casa comune. A papa Francesco, pellegrino per la prima volta ad Assisi esattamente dieci anni fa, rivolgiamo anche il nostro saluto".
Il custode ha spiegato di avere parlato al pontefice di avere fatto sapere della presenza dei fedeli della Valle d'Aosta ad Assisi e di avere da lui ricevuto un bigliettino in cui dice: "invio un caloroso saluto a te e ai Frati riuniti e ai fedeli e amministratori della Valle d'Aosta riuniti ad Assisi. Prego per voi, per favore fallo per me. Che il Signore ti benedica e la Madonna ti custodisca. Fraternamente, Francesco".
"Stiamo attraversando - ha sostenuto fra Moroni - un cambiamento d'epoca a livello sociale, economico, politico ed ecclesiale: vediamo segnali di novità positivi, ma anche il permanere e forse l'accrescersi di tante problematiche, in primo luogo l'incapacità di porre fine ai conflitti e all'uso della violenza e delle armi, il riaffermarsi di una mentalità che privilegia l'interesse egoistico a livello individuale sociale e internazionale, un cambiamento antropologico che evidenzia uno smarrimento dei valori della famiglia e della sacralità della persona dal ventre della madre al termine naturale dei suoi giorni".
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