"Non ci sarà la 'riforma' del sistema elettorale regionale. Invocata da un decennio, promessa in tutte le campagne elettorali, inserita come primo punto del Programma di legislatura 2020-2025: non si farà". Lo scrive in una nota Rete civica sottolineando che "l'unica cosa che l'affannata maggioranza regionale sta cercando di produrre è un ritocco alla legge per tornare alle agognate tre preferenze, ma non si tratta certo di una 'riforma', solo di un passo indietro con il ritorno alle cordate di candidati, un taccone che è peggio del buco".
"Nel Programma di governo concordato fra le forze che nell'ottobre 2020 hanno dato vita alla prima maggioranza di questa legislatura - si legge nella nota - la riforma del sistema elettorale e della forma di governo erano individuati come assoluta priorità. Nella primavera 2022, 3.363 elettori avevano chiesto un referendum consultivo regionale sulla materia: si è fatto in modo che il referendum non si potesse svolgere. Negli ultimi tre anni sono state depositate ben sei proposte di legge per la riforma elettorale. Eppure alla fine nulla. Non si è fatto nulla. Un fallimento politico clamoroso. La Valle d'Aosta è rimasta l'unica Regione italiana in cui gli elettori non possono scegliere la maggioranza di governo, con il risultato che le maggioranze vengono fatte e disfatte nel mercato postelettorale che dura cinque anni".
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